martedì 4 dicembre 2012

La Transdnistria sempre più stretta a Mosca

A fine novembre il  leader della provincia secessionista della Transdnistria Evgenij Shevchuk ha pubblicizzato un documento contenente le nuove linee-guida della politica estera di Tiraspol. L'atto lascia poche speranze alla possibilità di un "nuovo corso" nella provincia dopo la fine del regime di Smirnov e l'elezione a novembre 2011 di Shevchuk e le dichiarazioni di quest'ultimo che avevano fatto sperare in una prossima soluzione del conflitto moldavo.
Il documento presenta elementi caratterizzanti una piena integrazione economica, culturale e politica con l'Unione doganale con Russia, Belorussia e Kazakistan, e in futuro con l'Unione eurasiatica. La stessa Russia è espressamente indicata quale partner privilegiato, con la quale andrà rafforzata anche la cooperazione militare. Meno enfasi invece per le relazioni con la Repubblica di Moldova, per la quale si esprime l’obiettivo di garantire “rapporti amichevoli tra i due paesi, la sicurezza e la tutela generale degli interessi dei cittadini”. Il documento riafferma come ogni soluzione della disputa con Chisinau dovrà essere raggiunta nell’ambito delle trattative svolte dal gruppo 5+2 (Moldova e Transdnistria, quali parti in causa, e l'UE, l'OSCE, l'Ucraina, la Russia e gli USA in qualità di osservatori), ma sempre tenendo conto dello stato di indipendenza della Transdnistria.

lunedì 12 novembre 2012

In via di definizione il nuovo governo montenegrino

Il presidente montenegrino Filip Vujanovic ha annunciato l'affidamento dell'incarico di costituire il nuovo esecutivo al leader del Partito democratico dei socialisti (DPS) Milo Djukanovic, uscito vincitore delle elezioni anticipate del 14 ottobre scorso. A scanso di non previsti colpi di scena, Djukanovic darà vita vita al sesto governo da lui presieduto negli ultimi vent'anni (e va aggiunto anche il periodo di presidenza della repubblica 1998-2002).
La coalizione 'Per il Montenegro europeo' guidata dallo stesso Djukanovic ha vinto le elezioni 2012, aggiudicandosi 39 degli 81 seggi parlamentari. Sono ora in fase avanzata le trattative con i rappresentanti dei partiti etnici del paese (Partito bosniaco BS, movimento albanese Forca e Iniziativa civile croata - HGI), il cui apporto dovrebbe permettere la costituzione di una coalizione di maggioranza in Parlamento con probabilmente 45 voti che gli permetterebbe di governare con una certa tranquillità il paese balcanico, evitando il rischio di un esecutivo minoritario.
I partiti etnici dovrebbero confermare il ruolo avuto già con il precedente esecutivo guidato da Igor Luksic, ottenendo, secondo alcune prime indiscrezioni, almeno un ministero senza portafoglio  (assegnato al BS) e una serie di incarichi di consiglieri/viceministri, oltre alla conferma della vicepresidenza del Parlamento sempre a un rappresentante del BS. L'altro partito etnico albanese (Unione democratica) presente nel paese, che non è riuscito a riconfermare la sua presenza in Parlamento, dovrebbe beneficiare della nomina di alcuni sui rappresentanti ad alti funzionari dell'amministrazione pubblica del Montenegro.

Studio SRM sui trasporti marittimi dell'Italia

Presentato il 23 ottobre scorso lo studio prodotto da SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) in collaborazione con la Banca d’Italia - Sede di Genova, la ricerca dal titolo Trasporto marittimo e sviluppo economico. Scenari internazionali, analisi del traffico e prospettive di crescita
L'elaborato affronta gli aspetti economici e strategici del settore marittimo in Italia, con un occhio alla realtà internazionale - e della regione mediterranea in particolare, evidenziando il ruolo del comparto nell'economia italiana e la sua funzione di internazionalizzazione e di innovazione  e che dimostra la funzione driver svolta dal trasporto marittimo per la nostra economia, in quanto volano di internazionalizzazione, innovazione e investimenti.
Tre sono i casi studio di settore, riguardanti il cluster armatoriale della Campania, il porto di Genova e la portualità triestina.



venerdì 9 novembre 2012

Pubblicato il Transition Report 2012 della BERS

Pubblicato dalla BERS il nuovo Transition Report per il 2012. Accanto al solito quadro socio-economico dei paesi in transizione dell'Est Europa allargata ai paesi ex URSS e ad alcuni paesi della sponda Sud-occidentale MED, quest'anno l'approfondimento dello studio è Integration across borders.


Dall'introduzione:

"This is the fourth consecutive Transition Report to be written in the shadow of an economic crisis in the transition region. The region is still vulnerable, both because of legacies from the previous crisis and pre-crisis periods – high non-performing loans and foreign currency-denominated debt – and its strong dependence on the eurozone. The Transition Report analyses the importance of economic integration, focusing specifically on the changing financial landscape in the eurozone single currency bloc and the creation of new pan-European institutions. It also assesses the role of trade integration."

sabato 3 novembre 2012

la CE punta all'implementazione del quadro normativo ambientale legato ai trasporti


La Commissione europea (CE), nell'ambito delle azioni svolte a supporto dell'implementazione del quadro ambientale legato ai trasporti, ha proposto lo scorso 17 ottobre la modifica dell'attuale legislazione sui biocarburanti allo scopo di stimolare lo sviluppo dei biocarburanti alternativi derivati ​​da materie prime non alimentari, come i rifiuti o il foraggio.

Questi prodotti producono infatti un'emissione di gas a effetto serra di gran lunga inferiore se paragonati ai combustibili fossili tradizionali (carbone, petrolio) e hanno il vantaggio di non interferire con la catena della produzione alimentare.

Secondo la nuova proposta, l'uso di alimenti a base di biocarburanti per soddisfare il 10% di energia rinnovabile obiettivo della direttiva sulle energie rinnovabili verrà limitato al 5%, offrendo nuovi incentivi per i biocarburanti più efficienti.

sabato 27 ottobre 2012

Analisi sull'adattamento del mercato del lavoro colpito dalla crisi


"Ajustement de l'emploi pendant la crise". Analisi del Centre d'analyse strategique del governo di Parigi sull'adattamento del mondo del lavoro alla crisi in atto in Europa e negli USA, con riferimento specifico al manifatturiero.
Evidenzia la sua flessibilità e capacità di adattamento, con evidenti differenze da paese e paese.

lunedì 15 ottobre 2012

Pubblicati i nuovi Report 2012 sui paesi candidati

Sul sito della DG Allargamento sono stati pubblicati i nuovi Report annuali per il 2012 sui paesi candidati. Molte parole sull'importanza dell'allargamento, sulla necessità di un'ulteriore integrazione, ma di fatto poche serie indicazioni sulle reali intenzioni nei confronti dei paesi balcanici. A parte la situazione dell'Islanda, vista come una questione poco più che formale. Viene dato il benvenuto alla Croazia, ma la decisione era già stata presa da tempo.
Per i paesi est europei, invece, sempre più prevale il condizionamento politico, una (mal)celata scelta dietro scuse legate agli standard non ancora conseguiti della rule of law, del la giustizia, della corruzione, del rispetto dei diritti civili e delle riforme dell' amministrazione e la lenta adozione di un quadro normativo che all'interno dell'UE alle volte è solo sulla carta. Il giudizio politico ormai prevale sull'assessment economico (dove si accenna soprattutto al consolidamento e alla stabilità), forse con la sola eccezione di Bosnia Erzegovina e (parzialmente)di Macedonia.




mercoledì 3 ottobre 2012

Elezioni in Montenegro. Affinché nulla cambi


Elezioni in Montenegro. Affinché nulla cambi. E' questa la sensazione alla vigilia delle prossime elezioni anticipate in Montenegro (sei mesi sulla scadenza naturale), il piccolo paese balcanico, previste per il 14 ottobre prossimo, per il rinnovo degli 81 posti dell'Assemblea nazionale.
L'Unione democratica-socialista al potere da ormai un ventennio, al cui core si colloca il Partito social-democratico montenegrino di Milo Djukanovic, pare poter confermare la sua maggioranza (gli election poll la collocano al 45%) e l'attuale premier Igor Luksic dovrebbe essere riconfermato.
La grande novit' di queste elezioni e' la comparse di una nuova componente politica, guidata dall'ex ministro degli esteri dell'allora confederazione Iugoslava e quindi ambasciatore in Italia Miodrag Lekic. Il Nuovo fronte democratico si colloca nel centro-sinistra dello schieramento e raggruppa numerosi movimenti politici dell'etnia serba (a esclusione delle forze piu' estremiste come i radicali serbi) e potrebbe diventare la seconda forza del paese (17-20% e' il risultato dei sondaggi), erodendo un'importante quota di voti proprio alle forze conservatrici e nazionaliste.

Le elezioni anticipate sono state indette dall'esecutivo nell'intento di andare incontro alle richieste di Bruxelles che minacciava conseguenze, dopo l'apertuta dei negoziati per l'adesione del Montenegro all'UE lo scorso giugno, qualora il processo di riforme rallentasse ulteriormente. 

venerdì 21 settembre 2012

Aumenta l'apprendimento delle lingue straniere in Europa


Secondo lo studio prodotto dalla rete Eurydice (che è parte integrante del Programma Socrates) ed EUROSTAT apparso a fine settembre 2011, è in aumento nell'UE l'apprendimento delle lingue straniere e risulta sempre più precoce.

La maggior parte dei bambini iniziano ad imparare tra i 6 e i 9 anni di età, alcuni persino dai 3 anni.

Inoltre, appare in crescita il numero di quelli che iniziano ad apprendere due lingue straniere. 

L'inglese resta la prima scelta, seguito dal francese e dal tedesco.

mercoledì 19 settembre 2012

L'indice di competitività dei paesi nel 2012. L'Italia sempre indietro in Europa


Il World Economic Forum ha pubblicato il suo Report 2012 sulla competitività considerando circa 15 mila imprese di 144 paesi. La Svizzera ha confermato il primo posto, davanti a Singapore e alla Finlandia. Quarta la Svezia, quindi Paesi Bassi e Germania. La francia ha perso molte posizioni, uscendo dal gruppo dei primi venti. Continua la retrocessione degli USA, ora 11imi, dopo aver goduto nel recente passato per diversi anni del primo posto. L'Italia ha, nel complesso confermato la sua posizione. Si è classificata 42a (nel 2011 era stata 43a); peggio di lesi solo alcuni nuovi paesi membri UE.





Persone trattate come merce. Non ho parole ....

Il 12 settembre è stato siglato un accordo tra l'Ufficio francese per l'immigrazione e l'integrazione (OFII) e il Ministero degli interni romeno, per l'attuazione e il follow-up di 80 progetti concreti volti alla riabilitazione degli rimpatriati rom di origine romena dalla Francia. L'accordo prevede anche l'utilizzo di rappresentanti della polizia romena in operazioni di controllo e indagine che riguardano persone di etnia rom sul territorio francese.

Qui il comunicato ufficiale del Ministero degli interni francese.

martedì 18 settembre 2012

La relazione UE sulla gioventù chiede che si attribuisca la massima priorità all'occupazione e all'inclusione sociale.

La Commissione ha adottato il 10 settembre scorso il EU Youth Report, rapporto triennale sulla gioventù.

"La relazione UE sulla gioventù pubblicata oggi chiede che nell'ambito della politica europea per la gioventù si attribuisca la massima priorità all'occupazione, all'inclusione sociale, alla salute e al benessere dei giovani. La relazione, prodotta con cadenza triennale dalla Commissione, ribadisce che l'UE e gli Stati membri devono fare di più per aiutare i giovani che si sono trovati a sostenere l'impatto maggiore della crisi economica.
Tra i quindici-ventiquattrenni la disoccupazione giovanile nell'UE è aumentata del 50% dall'inizio della crisi, passando da una media del 15% nel febbraio 2008 al 22,5% nel luglio di quest'anno. Le ultime cifre pubblicate da Eurostat indicano che i tassi maggiori si trovano in Grecia (53,8%) e in Spagna (52,9%). Nell'insieme dell'UE più del 30% dei giovani disoccupati si trova senza lavoro da più di un anno (...)."


http://ec.europa.eu/youth/news/20120910_en.htm 

http://ec.europa.eu/youth/policy/national_reports_2012.htm  



(Tratto dalla Press release UE)

giovedì 6 settembre 2012

Il Porto di Capodistria destinato a diventare il principale portale nord-adriatico di transito delle merci per l'Europa

Sorprendono le reazioni degli ultimi giorni a livello locale circa la concessione di finanziamenti comunitari alla Slovenia per la realizzazione dell'opera di dragaggio dell'anti-porto di Capodistria. Questi rientrano nei fondi di coesione concessi a Lubiana in ambito UE e quindi sia dell'intervento strutturale (previsto nel quadro di sviluppo TEN-T) che di finanziamento non vi è nulla di nuovo e tutto era risaputo.
Ora la sola cosa rilevante (e non nuova - nemmeno questa) è la deadline del 2015; tempo tre anni appena e gli sloveni avranno un accesso al porto anche per navi con portata superiore ai 7.000 TEU grazie ai nuovi fondali scavati di 14/15 metri. E allora Trieste avrà perso il penultimo vantaggio che ancora possiede rispetto al vicino porto sloveno. Che in questi anni  completerà anche l'opera di ampliamento e di ammodernamento delle strutture portuali con nuovi moli e accessi.
L'ultimo vantaggio è rappresentato dai collegamenti con l'entroterra. Ma anche in questo caso la Slovenia è molto attiva; allo stato attuale manca ancora il raddoppio della linea ferroviaria Capodistria-Divaca, intervento anch'esso rientrante nel programma di sviluppo infrastrutturale UE TEN-T, che, nelle intenzioni, dovrebbe realizzarsi entro il 2017. Una simile opera permetterà di risolvere l'attuale collo di bottiglia (la linea è attualmente satura al 70/75%) con una piena apertura a favore dei flussi da/per l'Europa centrale e Sud-orientale, con il rischio che a Trieste rimangano (escludendo il greggio) solo le briciole dei commerci internazionali di queste aree.
E a Capodistria la concorrenza arriverà piuttosto dal Porto di Fiume, nel frattempo entrato a pieno merito nell'UE.
Chi l'avrebbe solo ipotizzato appena 20 anni fa ?

martedì 4 settembre 2012

Elezioni in Belorussia. Tutto come prima ...


Il regime di Lukashenko continua a far sentire il suo pugno di ferro. Alla vigilia delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento di Minsk previste per il 23 settembre, il suo principale antagonista, Aleksandr Milinkevich, leader del Movimento per la libertà, è stato estromesso dalle liste dei candidati. Si è trattato, fuor d'ogni dubbio, di una scelta politica, con la Commissione elettorale che ha individuato un elevato numero di firme ritenute irregolari tra quelle raccolte a favore di Milinkevich. Questi ormai da lunghi anni subisce continue vessazioni e arresti con accuse disparate con lo scopo di impedirgli un regolare svolgimento della sua attività politica.
L'opposizione sta ora valutando che sostenere un'azione di boicottaggio del voto.

mercoledì 11 luglio 2012

I Balcani nell'UE ? perché solo adesso ???

Leggo oggi dai quotidiani la dichiarazione del presidente Napolitano "tutti i Balcani nell'UE" e mi inc...... detto da lui sembra il risultato di un'alta strategia politico-diplomatica che tutti ammirano ..... quando, 10-15 anni fa lo ripetevo io, studiando la realtà di questa regione, mi consideravano uno sconsiderato ..... eppure, se si fosse accelerata l'integrazione dei paesi del sud-est europeo forse tante tragedie sarebbero state evitate. Ma allora sembrava non ci fossero alternative a uno scontro violento tra le parti; invece di aiutarli e coinvolgerli sin dall'inizio, abbiamo aspettato per anni che si scannassero, che crescesse l'odio inter-etnico, che i paesi si distruggessero impoverendosi, indifferenti che tutto ciò avveniva sul nostro continente, dietro casa. NO, presidente Napolitano, non ci fa bella figura con una dichiarazione di questo tipo. L'avesse fatta agli inizi degli anni '90, all'avvio dell'implosione della Iugoslavia, quando il suo ruolo nel mondo politico italiano era evidente, avrebbe avuto il suo valore politico e morale. Oggi sa solo di aria fritta.

martedì 19 giugno 2012

La School of Economics dell'Università di Turku ha appena pubblicato nel suo Quarterly Baltic Rim Economies un ampio studio sullo stato della Belorussia. I numerosi contributi di esperti (più di una ventina) presentano un approccio multidisciplinare, affrontando aspetti politici, economici e sociali che caratterizzato l'attuale situazione del paese posto tra la UE e la Federazione russa, tenendo in considerazione le difficoltà derivanti dalla situazione politica interna e dalle scelte economiche fatte, e da fattori esogeni, quali i difficili rapporti con la comunità internazionale e la crisi economica internazionale. Alcuni apporti giungono a considerare l'evoluzione a breve e medio periodo, comunque legate al contesto europeo.

Secondo uno studio Bloomberg per l'UNEP - Le rinnovabili tra record e futuro incerto


United Nations Environment Programme logoL'appena pubblicato Report UNEP (United Nations Environment Programme) realizzato da Bloomberg New Energy Finance “Global Trends in Renewable Energy Investments” sullo stato del settore delle energie rinnovabili evidenzia come, nonostante la crisi finanziaria e un difficile processo di transizione del sistema energetico, il 2011 è stato un anno record per gli investimenti nell'energia pulita (257 miliardi di dollari), con un valore ben 6 volte superiore a quello del 2004 e pari al doppio del 2007, ultimo anno pre-crisi.

Secondo lo studio, il 44% della nuova potenza elettrica installata l'anno scorso proviene dalle rinnovabili; nel 2010  era stata il 34%, nel 2004 il 10,3%. Attualmente il sistema delle rinnovabili forniscono il 6% dell'elettricità mondiale, con un importante incremento sul 2010, quando il contributo era stato del 5,1%.
Nel 2011, a trainare la crescita degli investimenti nel rinnovabile è stato il solare, che per la prima volta supera nettamente l'eolico. Il settore è cresciuto del 52% attirando 147 miliardi di investimenti, circa il doppio rispetto all'eolico che con 84 miliardi è sceso del 12% rispetto al 2010. Il 35% degli investimenti in fonti pulite è venuto dai paesi in via di sviluppo (in primis la Cina, seguita dall'India ), e il 65% da quelli sviluppati (Stati Uniti).
Secondo lo studio, i volumi di crescita sono stati raggiunti nonostante la drastica contrazione dei prezzi dei moduli fotovoltaici (del 50%) e delle turbine eoliche (10%).

Secondo le conclusioni, tuttavia, le prospettive non sono del tutto rosee; prevale, infatti, anche alla luce delle difficoltà incontrate dal sistema economico globale e dal conseguente rallentamento della crescita e rischio di contrazione degli investimenti, una forte incertezza delle politiche incentivanti e di supporto sia da parte dei singoli paesi che dell'UE, che pongono seri dubbi circa la possibilità delle energie rinnovabili di poter ridurre il livello delle emissioni globali entro il 2020.

mercoledì 6 giugno 2012

Stato dell'economia dei Balcani. un Rapporto della Banca mondiale


Il secondo rapporto della Banca mondiale sullo stato dell’economia dei sei paesi sud-est europei non ancora membri UE (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia) (SEERER), evidenzia la netta contrazione delle dinamiche di crescita. Alla crescita media della regione del 2,2% del 2011, le previsioni indicano in un probabile dimezzamento la possibile crescita per quest’anno.
Le fragili condizioni economiche dell’eurozona hanno esercitato un freno sull'attività economica e una riduzione delle entrate governative in tutti i paesi. Alla luce dell’elevato indebitamento pubblico e delle pressioni dei mercati, tutti i paesi sono alle prese con importanti programmi di risanamento del bilancio. Il settore finanziario dei sei paesi rimane relativamente ben posizionato, ma i rischi restano elevati, soprattutto in considerazione di un crescente rischio di ulteriore contagio della crisi greca.
Nonostante le misure adottate al rafforzamento del settore bancario in ottica di un più ampio e articolato supporto all’intero sistema economico e produttivo-paese, non vanno sottovalutate le crescenti difficoltà derivanti dalla situazione sociale; i sei paesi balcanici stanno infatti vivendo i più elevati tassi di disoccupazione e di povertà d’Europa. La debolezza della crescita durante la fase di ripresa 2010-11 ha presentato in piena luce il problema dell’occupazione, con un’espansione della disoccupazione e una maggiore vulnerabilità del la classe media.
In considerazione dell’attuale fase congiunturale, la Banca mondiale sostiene la necessità di urgenti riforme strutturali che favoriscano la ripresa e l’occupazione, in termini di sviluppo economico-commerciale e finanziario, riforme del mercato del lavoro e del pubblico impiego. Secondo la Banca, inoltre, alla luce di quanto avvenuto in precedenza per gli altri paesi est europei candidati entrati nell’UE, questi paesi devono poter beneficiare del cosiddetto “treno di convergenza” europeo.

(Elaborato dalla Press Release della WB del 5 giugno 2012)

lunedì 4 giugno 2012

A luglio ripresa dei negoziati sul futuro della Transnistria

Si sta avvicinando il nuovo appuntamento dei negoziati sul futuro della Transnistria. A luglio, infatti, si ritroveranno a Vienna attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di Moldova e Transnistria quali parti in causa, i moderatori (OSCE, Russia, Ucraina) e gli osservatori (UE e Stati Uniti). Moderate paiono al momento le attese, dopo la delusione della fase precedente che, dopo un nulla di fatto, ha visto un congelamento dei negoziati per ben sei anni. Un iter rilanciato lo scorso novembre 2011, cui ha fatto seguito ad aprile un accordo relativo ai principi e alle procedure da seguire nei negoziati.
Nel frattempo in Transnistria è venuto meno il regime di Smirnov che durava dalla proclamazione dell'indipendenza e la Moldova ha evidenziato una progressiva stabilizzazione politica con la recente elezione del nuovo presidente della repubblica dopo alcuni anni di impasse.
Difficile che si giunga facilmente a una soluzione definitiva, vista anche l'intenzione russa di confermare la sua presenza militare nella provincia secessionista in termini di peace-keeping; tuttavia, alla luce di quanto avvenuto in precedenza, anche un proseguimento di un dialogo potrebbe rappresentare un passo avanti.

venerdì 18 maggio 2012

Solo rigore? no, serve una coerente politica europea di rilancio economico


Siamo al paradosso. La Merkel vuole imporre all'intera UE le scelte circa il futuro della Grecia (cioe' buttarla fuori), e costringere Atene a un referendum sull'euro dall'inevitabile esito determinato dal momento emotivo (anche se smentito. ma non sa tanto di interferenza negli affari interni di un paese?). Nessuno, nessuna capitale europea, si stupisce ne' osa repricare sulle forzature della politica tedesca nei confronti del paese sud-est europeo, come se ormai fosse diventata una cosa consueta della prassi diplomatica europea. Berlino, nel suo irrigidimento, si e' ormai isolata dal resto degli altri paesi; siamo ormai 1 contro 26, al massimo alcuni possono dichiararsi neutrali nel conflitto... l'assurdo rigore tedesco sta affossando l'Europa, nemmeno la locomotica tedesca vanzasse a ritmi cinesi - e invece balbetta anch'essa evidenziando certezze che tali non sono (o perlomeno cosi' solide) ...
La politica europea e' pericolosamente sbilanciata, lasciata al momento nelle mani di un solo paese con l'evidenza che nessuno lo vuole (o puo') seguire su questa strada, ma non si osa contraddirlo. Ma un paese non puo' decidere da solo.
Basta rigore a senso unico; e' solo un dissanguamento delle risorse, un impoverimento della societa' con l'illusione di una messa in riequilibrio dei conti pubblici (vana illusione). Occorre invece un ampio piano di sviluppo e rilancio coordinato della sofferente economica del continente, servono investimenti pubblici (solo uno stato ne ha la forza in questo momento), garanzie, nuove politiche piu' efficaci e d'impatto e certo anche nuove regole, maggiore flessibilita' sul mercato. E quella forza "politica" decisionale che i gli attuali politici europei non hanno, preferendosi nascondere dietro a datate teorie economiche che poco hanno a che fare con la realta'. Solo cosi' si potra' salvare la Grecia (e la Spagna, e l'Italia, e ...) e permettere all'UE di progredire sul piano economico. 

mercoledì 16 maggio 2012

Si stabilizzano su1,74 miliardi di dollari le spese militari

Secondo i dati diffusi ad aprile dall'Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma  (SIPRI), la spesa militare mondiale nel 2011 si sarebbe stabilizzata sui 1,74 miliardi di dollari, con un incremento di "appena" lo 0,3% rispetto all'anno precedente. Di fatto, il 2011 rappresenterebbe un primo anno di rallentamento dopo oltre un decennio di costante crescita.
La riduzione della spesa militare risulta evidente nell'UE e negli USA a causa delle politiche di austerità della spesa pubblica mirate alla riduzione dell'indebitamento. Anche Brasile e India hanno evidenziato una minore mentre per contro Cina e Russia hanno visto aumentare il loro impegno finanziario nell'ammodernamento e al riarmo dei loro rispettivi sistemi militari. Ancor più evidente, l'aumento delle spese militari nei paesi dell'area medio-orientale.

Relazione annuale dell'ECRI. Le discriminazioni sono in crescita

Il Comitato del Consiglio d'Europa contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) ha appena pubblicato la sua relazione annuale. In essa vi è contenuta la preoccupazione per la tendenza in atto in molti paesi di una crescente intolleranza verso i gruppi più vulnerabili quali gli immigrati e le minoranze, conseguenze anche della riduzione dei bilanci di spesa sociale e delle opportunità date dal mercato del lavoro. Gli atteggiamenti xenofobi sono generalizzati e appaiono ampliate anche le discriminazioni contro la popolazione rom.
Sul piano politico, le presenti difficoltà, secondo il rapporto ECRI, hanno prodotto uno sviluppo dei partiti xenofobici e dalla forte retorica nazionalista se non addirittura apertamente razzista, andando a condizionare gli equilibri democratici di diversi paesi. Si sono anche ripetute forme di discriminazione e intolleranza religiosa.
Allo stesso tempo le politiche per l'immigrazione e l'asilo hanno registrato delle dinamiche rallentate, sia a causa di minori risorse che delle pressioni provenienti dalla piazza. Discussioni sono sorte tra gli stessi paesi dell'area Schengen, mentre in altri casi si è proceduto a un rafforzamento dei controlli di frontiera.

giovedì 10 maggio 2012

Quadro degli Strumenti BEI

Questo è un quadro succinto degli strumenti offerti dalla BEI - Banca europea per gli investimenti  JEREMY, JESSICA, JASPER, JASMINE ed ELENA a supporto di investimenti e/o assistenza tecnica, realizzato nell'aprile 2012. 

mercoledì 9 maggio 2012

Studio sulle PMI in Montenegro

Venerdi' 11 maggio, presso la Sala Maggiore della Camera di commercio di TS, avra' luogo una conferenza di presentazione delle attivita' legate all'Asse II del progetto Adria 3 - Rafforzamento e sviluppo della cooperazione con i paesi della sponda dell'Adriatico orientale, finanziato attraverso la Legge R. FVG 19/2000.

Con l'occasione, verra' presentato lo studio "Guida alle PMI del Montenegro", da me realizzato per conto di Informest. L'altro partner di progetto e' la Direzione per lo sviluppo delle PMI del Montenegro (NASME).

In allegato il programma dell'evento.

mercoledì 18 aprile 2012

Sempre più critica la situazione in Macedonia. La comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità


Ciò che siamo vivendo in questi giorni è una nuova escalation del sempre irrisolto problema macedone. Gli accordi di Ohrid del 2001, fortemente voluti dalla comunità internazionale (e in primis da USA e UE), si erano del resto presto rivelati una valida operazione di architettura teorica dalla difficile applicazione nel paese da poco diventato indipendente; gli equilibri territoriali/amministrativi definiti avevano infatti creato le condizioni per il mantenimento di una situazione precaria ed effimera delle due etnie maggioritaria, la slava-macedone e l'albanese, che avevano negli anni successivi periodicamente manifestato momenti di attrito e tensioni tra i due etno-nazionalismi alternativi a un ignorarsi a vicenda.
L'illusione internazionale che si fosse giunti a una valida soluzione sta ora franando; mentre ci si preoccupava (male) del vicino problema del Kosovo, la perdurante crisi economica di un paese povero e dalla difficile transizione, l'accentuarsi delle rivendicazioni di parte e della reciproca sfiducia tra etnie, i recenti atti di violenza hanno minato l'illusorio e fragile equilibrio che aveva retto negli ultimi anni in Macedonia.
Da più parti si è finalmente riconosciuto il fattore di crisi, e si comincia a paventare il rischio "di uno scenario kosovaro" con un brusco deterioramento della situazione sociale, con una rottura che potrebbe portare a forme di ribellione ancor più violenta dell'etnia albanese e al timore di una reazione da parte delle strutture dello stato, dalla difficile gestione e dalle ancor più oscure conseguenze.
Su tutto ciò ha pesato e continua a pesare i problematici rapporti con le organizzazioni euro-atlantiche, gli ostracismi di molti paesi all'accesso all'UE e in particolare il vincolo posto dalla Grecia all'entrata di Skopje anche nella NATO a causa della denominazione del paese. Se ciò fosse avvenuto in questi anni, specie nel caso dell'Alleanza atlantica l'iter è congelato dal 2009, fuor di dubbio la scelta avrebbe rappresentato un forte elemento collante oltre che di garanzia politica al sistema interno del paese.
Intervenire politicamente per interrompere l'attuale spirale appare al momento urgente, soprattutto da parte internazionale, con precise prese di posizione (sblocco del problema relativo al nome e riconoscimento dello status macedone, avvio dell'iter di adesione all'UE, entrata nella NATO) che favoriscano un'effettiva integrazione anche formale della Macedonia nella comunità, poiché lo scatenarsi di forze negative avrebbe tragiche ripercussioni a livello regionale sud-est europeo sui fragili equilibri esistenti in alcuni paesi limitrofi.


Un'ultima considerazione. Dopo la crisi bosniaca e la mancata soluzione del problema macedone, ha ancora senso parlare di stato multietnico o è un concetto superato ?

lunedì 2 aprile 2012

La BEI sempre piu' attenta alle PMI


La BEI - Banca europea per gli investimenti  ha garantito nel corso del 2011 linee di credito al settore delle PMI europeo per 13 miliardi di euro; oltre 120 mila le imprese beneficiarie. Complessivamente, nel solo 2011 l'attivita' della BEI (infrastrutture di trasporto, energia, servizi vari, ecc.) ha raggiunto i 61 miliardi investiti in una settantina di paesi.
I 13 miliardi di euro alle PMI rappresentano una cifra record che, secondo il management della banca, dimostrerebbe tutta l'attenzione dedicata alle imprese europee, specie in una fase delicata come quella che esse stanno vivendo. In questo modo l'intenzione e' di incidere positivamente sul difficile mercato del lavoro europeo, che vede poiche' esse assorbono oltre i 2/3 dell'occupazione europea. La BEI professa di voler dedicare un particolare scrupolo al settore delle micro-imprese.

venerdì 23 marzo 2012

Consorzio italiano punta alle infrastrutture di trasporto in Serbia

Secondo una notizia appena pubblicata dal ministero delle infrastrutture e l'energia serbo, il consorzio denominato Cortese, composto da ben 35 imprese italiane del settore delle costruzioni e delle infrastrutture, ha avuto un incontro con il ministro serbo Mrkonjic, esprimendo l'interesse ad essere coinvolto in una serie di realizzazioni sul territorio della Serbia. In particolare, l'attenzione è andata sul completamento del raccordo autostradale di Belgrado, i cui lavori proseguono già da alcuni anni, e soprattutto sulla direttrice (auto)stradale e ferroviaria che da Belgrado porta a Bar, in Montenegro, quest'ultima ritenuta strategica anche per i flussi commerciali italiani diretti/provenienti dai Balcani.

martedì 20 marzo 2012

A Sempeter pri Gorici (Slovenia) il 5° meeting de "Il Progetto AGRONET e lo sviluppo di un network nella logistica della filiera agro-alimentare"

Il 21 e 22 marzo c. a. avrà luogo a Sempeter pri Gorici (Nova Gorica, Slovenia), presso il Salone Modri Hram dell’Hotel Lipa (Piazza Ivan Rob, 7) il 5° Steering Committee/Technical Meeting del Progetto AGRONET – "Realizzazione di un network permanente di infrastrutture per la logistica, la distribuzione e i servizi nell’industria agro-alimentare dell’area adriatica – Priorità 1 – Misura 1.2 ”. Il progetto, il cui capofila è FINEST, beneficia dei finanziamenti del Programma IPA Adriatico - Cooperazione transfrontaliera 2007-2013, e vede la partecipazione di partner provenienti da Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Slovenia e Italia. 
Io ci sarò.

mercoledì 14 marzo 2012

Valutazione OSCE sulle elezioni presidenziali russe

Cosa può fare un pugno di osservatori in un paese sterminato come la Russia ? ben poco.... ecco lo Statement OSCE sulle recenti elezioni presidenziali russe di marzo.

giovedì 8 marzo 2012

13 miliardi di euro dalla BEI per le PMI dell'UE

I dati recentemente pubblicati dalla BEI (Banca europea per gli investimenti) confermano la sua opera in direzione di un concreto supporto del sistema produttivo comunitario. nel 2011, dei 61 miliardi di euro stanziati dall'istituto bancario europeo per nuovi prestiti (e di questi 54 miliardi sono per progetti situati nell’Unione europea e 7 destinati ai paesi terzi, di cui la metà ai paesi  in fase di pre-adesione), oltre 13 miliardi di euro hanno interessato finanziamenti concessi alle piccole e medie imprese (PMI).
A beneficiarne, nel corso dello scorso anno, sono state oltre 120 mila PMI. Queste aziende assorbono oltre i 2/3 dei posti di lavoro creati dal settore privato nell'UE, rappresentando un'importante fonte di occupazione. Esse sono tuttavia, a causa delle loro stesse dimensioni, più vulnerabili in situazioni di crisi perché stentano maggiormente a reperire le necessarie risorse finanziarie in congiunture economiche avverse.

lunedì 5 marzo 2012

Putin stravince. Ma i dubbi restano

Lo Zar ha dunque conservato il suo trono; il suo potere sull'intero paese è ancora ferreo, lo sgretolamento sarà lento. Ci si appresta ora a una nuova staffetta con Medvedev.
Il suo successo elettorale era fuor di dubbio, le perplessità e i dilemmi degli esperti  di politica internazionale erano piuttosto legati alle dimensioni del risultato e alle modalità.
Alcune mie considerazioni (alla fine rivelatesi errate - ma errare humanum est) mi avevano portato a valutare la possibilità di un successo non così evidente, forse addirittura costringendo Putin al ballottaggio. Evidentemente così non è stato, anzi, il risultato emerso pone altri, nuovi dubbi. 
Infatti, una quota di preferenze che raggiunge il 65% al primo turno desta qualche perplessità,  per dimensioni, soprattutto quando si tratta di un voto nazionale (e in un paese così esteso).
Non mi riferisco solo alle numerose proteste delle opposizioni circa brogli e pressioni politiche e mediatiche non proprio democratiche effettuate nella vasta periferia della Russia, dove il controllo degli osservatori neutrali ha faticato ad arrivare (se mai c'è stato). Mi riferisco soprattutto a quel "misero" 35% che raggruppa tutte le opposizioni a Putin, dai riformisti in costante ascesa (seppur frammentati), ai neo-comunisti, agli zaristi.... possibile, così pochi ?? sarà forse vero quello che è stato paventato, che alla fine anche molti degli oppositori del regime hanno o  disertato le urne o comunque scelto di dare la loro preferenza a Putin visto quale male minore (ho qualche dubbio, sia riguardo alla scelta che al male minore....).
Resto in attesa di conferme. 

venerdì 2 marzo 2012

Putin potrebbe non farcela al primo turno delle elezioni presidenziali

Come già anticipato in un mio tweet, ho qualche dubbio circa la possibilità di Putin di riuscire a diventare il nuovo presidente della repubblica russa sin dal primo turno, il 4 marzo prossimo. Troppe le variabili difficilmente controllabili. Qui ne consideriamo solo alcune:

  1. la sua campagna elettorale gestita di rimessa, forse troppo sicuro del suo comunque solido vantaggio, grazie al controllo del sistema-paese;
  2. le scarse credenziali del suo unico vero antagonista, il neo-comunista Zuganov, che se da una parte riesce a canalizzare l'esteso malcontento delle fasce più deboli della società russa, è troppo legato al passato e su posizioni nazionalistiche con derive sciovinistiche e anti-occidentali;
  3. la parcellizzazione della componente riformista; quest'ultima, pur in progressiva espansione, continua a essere penalizzata dal suo essere strutturato in troppi partiti/movimenti e di una collocazione che al momento favorisce principalmente solo alcuni grandi centri del paese oltre alla capitale. Pur essendosi manifestata nelle piazze in maniera evidente in special modo nelle ultime settimane, appare comunque debole e frammentata, priva di una linea programmatica comune e di un unico leader di riferimento. 
Proprio quest'ultimo punto rischio di rivelarsi determinante se, come ipotizzato da più parti, la scelta nell'urna degli elettori moderati potrebbe alla fine favorire proprio Putin nella scelta finale su Zuganov. Ma ciò potrebbe avvenire al secondo turno, dove il ballottaggio è secco. Il 4 marzo, invece, è presumibile una marea di piccoli partiti dal simile orientamento politico, in ordine sparso, alle spalle (lontani) dei due colossi politici russi.  

lunedì 13 febbraio 2012

Cresce ancora la disoccupazione nella UE


Secondo i nuovi dati EUROSTAT, la disoccupazione ha raggiunto a dicembre 2011 il 10,4% nell'eurozona e il 9,9% nella UE-27, un risultato in peggioramento rispetto all'anno precedente. 
Rimangono forti le disparita' tra i singoli paesi, con gli indici piu' elevati presentati dalla Spagna (22,9%) e dalla Grecia (19,2%), mentre il tasso di disoccupazione piu' basso e' stato registrato nei Paesi Bassi (4,9%) e in Austria (4,1%). E' altresi' proseguito l'incremento del dato relativo ai senza impiego in Italia, cresciuto all'8,9% (dicembre 2010: 8,1%).

giovedì 9 febbraio 2012

Nel 2011 ripresa del traffico containerizzato

Il sito InforMare.it pubblica i dati del CTS (Container Trade Statistics) relativi ai flussi trasportistici di container da/per l'Europa nel 2011. Il volume ha raggiunto i 37,9 milioni di TEU, evidenziando un incremento del 6,4% rispetto a un anno prima. Le esportazioni dall'Europa sono state17,3 M TEU(+8,6%) le importazioni in Europa 22,4 M TEU  (+4,7%). Sulla relazione East-bound Europa-Asia sono stati trasportati 6,1 M TEU (+7,5%) e su quella West-bound Asia-Europa 13,9 M TEU (+3,3%). Il traffico con il Nord America è stato pari a 6,4 M TEU.