sabato 18 dicembre 2010

Thaci un criminale? ma va ......

Perche' tanto stupore? improvvisamente, all'indomani delle elezioni in Kosovo, si "scopre" che l'ex premier (con probabile reincarico) Hashim Thaci e' un criminale, accusato dal Cosiglio d'Europa di traffici di organi.... chi segue la realta' dei Balcani sa invece bene che questo problema e' aperto ormai da anni (dall'indipendenza dell'ex provincia serba): traffico di organi, ma anche altri traffici illeciti (armi, droga....), di cui certamente Thaci puo' avere una responsabilita' politica. Ma sinora gli ambienti internazionali si sono ben guardati dall'evidenziarlo. Nel calderone balcanico cio' e' una scelta "naturale", cosi' come sta' succedendo in Montenegro con il premier Djukanovic, messo sotto accusa da alcuni giudici italiani per traffico internazionale e rapporti con la criminalita' organizzata (Sacra Corona Unita) ma che intrattiene rilevanti rapporti commerciali con il nostro paese. Un atteggiamento simile e' stato mantenuto nel recente passato dalle diplomazie occidentali nei confronti di Milosevic, sfruttato prima, scaricato poi .....
I Balcani occidentali restano un'area a forte instabilita', dove politica e affari si intersecano, spesso in modo non legale. Ma se non si adotta un approccio comune e chiaro nell'affrontare e condannare le ingiustizie e le illegalita', il malfenomeno rischia solo di dilatarsi, poiche' i responsabili continueranno a ritenersi al sicuro, "garantiti" da una sorta di "clemenza politica" delle capitali occidentali. Altro che allargamento a Est.......

martedì 30 novembre 2010

Elezioni in Moldova. Nulla cambiato ?

Ieri le nuove elezioni in Moldova, le terze in appena un anno. Non è cambiato nulla (o quasi...). I neocomunisti di Voronin sono primi con il 40%, davanti ai Liberal-democratici (30%), ma non hanno la maggioranza. Sarà dura creare la necessaria alleanza di governo, anche perché vi sono solo tre partiti entrati in parlamento. Ma nemmeno l'ex coalizione moderata (l'Alleanza per l'integrazione europea) guidata da Vlad Filat ha i numeri e ha pure perso una componente nonostante l'abbassamento della soglia di accesso al parlamento nazionale dal 5% al 4%. Ma Filat ha già annunciato di non essere disposto a trattare per un governo di coalizione nazionale. Il caos politico-istituzionale è destinato a proseguire ?????

venerdì 12 novembre 2010

Bosniaci e albanesi: fine dei visti per l'UE

Anche per albanesi e bosniaci tra breve senza piu' visti in EU. Per loro l'Europa si avvicina, per noi si allarga.

mercoledì 10 novembre 2010

Rivoluzione di Ottobre ? bah .....

L'anniversario della Rivoluzione di Ottobre e' passato quest'anno sotto silenzio, neanche la notizia dell'intervento della polizia contro i manifestanti sulla Piazza Rossa ha "bucato" da noi... certi anniversari sembrano sempre piu' scomodi: il 4 novembre non e' piu' festa da anni, tra poco sara' abrogato il 25 aprile...... che brutta fine ha fatto la nostra Storia....

giovedì 28 ottobre 2010

L'UE apre la porta alla Serbia. O solo la socchiude ?

Forse c'e' stato un po' troppo ottimismo nella stampa italiana in questi giorni circa le aperture UE alla Serbia. Di fatto, nonostante il passo indietro di Belgrado sull'indipendenza del Kosovo, i ministri degli esteri hanno si' sbloccato d'iter della domanda di adesione che ora potra' passare alla Commissione europea (e indicato nel 2016 la possibile data), ma i successivi negoziati rimangono comunque condizionati dalla cattura di Mladic, cosi' come dimostrato dalla conferma della posizione olandese, il cui governo reputa pregiudiziale questa cattura e la consegna al Tribunale dell'Aia.

Di fatto, si potrebbe parlare di un continuato irrigidimento (l'apertura in questione appare debole e la Commissione continua ad avere le mani legate), proprio mentre in Serbia appare elevato il desiderio di entrare nell'UE. Ma non nella NATO, in ricordo degli ancor freschi bombardamenti del 1999. Non si vorra' forse punire questa pregiudiziale serba ?

lunedì 18 ottobre 2010

La Belorussia alla ricerca di petrolio "diversificato"

La Belorussia cerca di sganciarsi dalla dipendenza delle forniture di petrolio russo; in estate il Venezuela ha promesso a Lukasenko di garantire la sufficienza energetica qualora ci fossero anche quest'inverno difficoltà di approvvigionamento dovute ai ritardi dei pagamenti a Mosca. Grazie all'intesa Lukasenko-Chavez, i flussi di greggio venezuelano arrivare nel paese sia attraverso il porto di Odessa che attravreo il terminale baltico di Klaipedos; entrambi i paesi, Ucraina e Lituania, hanno da poco siglato accordi in tal senso con la Belorussia.

martedì 12 ottobre 2010

Nulla di nuovo in Bosnia

Ancora una volta c'è stata sorpresa per l'esito delle elezioni in Bosnia Erzegovina, interamente a favore dei nazionalisti. Come se ci si potesse attendere un'altro risultato... ma la definizione del sistema-stato raggiunta a Dayton nel 1996 non può dare soluzioni diverse; si è voluto infatti costituire un doppio layer di comunità etniche sulle quali appoggiare i basamaneti dello stato bosniaco-erzegovino, dando ascolto alle rivendicazioni e alle politiche delle tre principali etnie presenti sul territorio. Di conseguenza, si è favorito in questi anni lo svilupparsi di un sistema statico che ha privilegiato il rafforzamento dei partiti etnici territoriali a discapito di un reale sviluppo sociale e democratico. In quest'ottica, soprattutto in Republika srpska ci si è comportati come in uno stato indipendente, favoriti dalla monoetnicità, una volta allontanate le altre etnie (croati e mussulmani) negli anni '90.
In Occidente si è anche sottovalutata una delle norme della politica (o peggio, la si è ignorata), cioè che il controllo del territorio è potere (e viceversa). E' quindi naturale che sia forte la resistenza alla richiesta di riforme richieste dalla comunità internazionale, riforme volte a un "naturale" riequilibrio dei poteri a favore dei poteri istituzionali centrali di Sarajevo. Naturale da un punto di vista della logica politica di un paese "normalizzato" ma assolutamente contro gli attuali poteri forti locali.
Il voto d'inizio ottobre inoltre rispecchia lo scetticismo della popolazione, la sfiducia per certe proclami e promesse ripetuti in questi anni ma che non riflettono la realtà (spesso problematica) del quotidiano. Superata ormai l'idea di un paese comune e riunificato, ancora sostenuta da una minoranza di politici e persone riconducibili ad ambienti bosniaci riformisti di tipo occidentale ma con scarso appiglio sull'opinione pubblica, la gente è stufa, per lo più non vota o fa riferimento alle strutture politiche etniche. E latita persino la fiducia nei confronti dell'Europa.

venerdì 24 settembre 2010

Aggiornate le previsioni per lo scenario energetico UE al 2030

La Commissione europea ha appena prodotto un aggiornamento del suo scenario energetico da qui al 2030, l'Energy Trends to 2030. Si punta a una produzione di energia elettrica da rinnovabile che raggiunga il 64% del totale, mentre al carbone spetterebbe il 12%, al gas il 7%, all'atomo il 4% e al petrolio il 3% della produzione energetica UE. Il trend è stato rivisto a seguito della crisi che ha colpito l'Europa negli ultimi anni e che ha rallentato la crescita del sistema energetico. La Commissione ritiene determinante la crescita dell'eolico, seguita dall'idrico e dal ricorso alle biomasse.

giovedì 23 settembre 2010

Elezioni in Bosnia Erzegovina. Alla ricerca di una difficile stabilizzazione politica

Il 3 ottobre prossimo elezioni in Bosnia Erzegovina per il rinnovo delle cariche della presidenza collegiale, i 42 seggi della camera dei rappresentanti (la camera bassa del parlamento BE), i 98 seggi dell'assemblea della federazione croato-bosniaca e gli 83 dell'assemblea nazionale serbo-bosniaca. molto ampio ll ventaglio dei candidati e dei partiti in corsa. La campagna elettorale è condizionata dalla polemica politica che ha caratterizzato il dibattito dell'ultimo anno nel paese legata al trasferimento dei poteri a un centro comune (suggerito da EU e USA) che permetterebbe una più agevole stabilizzazione politica del paese, o al mantenimento dell'attuale forte autonomia delle componenti, tutta a favore del sistema territoriale sul quale si basa il potere politico etnico di serbi, croati e mussulmani nelle rispettive aree di controllo.

mercoledì 15 settembre 2010

Prossimo l'avvio dei lavori per il Nabucco

E' stata siglata una lettera d'intesa tra BERS, BEI, IFC e gli shareholders della società Nabucco spa, consistente nell'impegno a garantire sino a 4 miliardi di euro per la costruzione del progetto transbalcanico. Di questi, 2 sarebbero garantiti dalla BEI e 1,2 dalla BERS. L'atto rappresenta il via libera alla realizzazione dell'oleodotto dal Mar Nero all'Europa centrale che dovrebbe garantire circa 30 milioni di tonnellate di petrolio all'anno al mercato UE, affamato di risorse energetiche, e, allo stesso tempo, permettere una diversificazione delle forniture di idrocarburi, ora fortemente sbilanciate e per lo più provenienti dalla Russia. i lavori, previsti dalla fine del 2011, dovrebbero completarsi dopo appena 4 anni. SEmpre che non sorgano nuovi intoppi, legati alla contemporanea realizzazione dell'oleodotto South Stream, fortemente sostenuto (e finanziato) da Mosca.

martedì 14 settembre 2010

A quando una soluzione sul nome della Macedonia ?

Il presidente della Commissione europea Barroso spinge nuovamente affinché si giunga a un accordo tra Skopje e Atene sulla denominazione della Macedonia; i greci ritengono questa denominazione legata alla storia del loro paese e si oppongono fermamente alle scelte di Skopje, costringendo il piccolo paese balcanico a identificarsi momentaneamente nell'acronimo FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia). In estate sembrava si fosse vicini a una soluzione con l'utilizzo del termine Vardar (il fiume che attraversa il paese) nella denominazione ufficiale (repubblica di Macedonia del Vardar ? repubblica del Vardar ?) ma poi tutto si era arrestato. Ciò continua a pesare fortemente sul processo di integrazione macedone nell'UE ma anche nelle altre organizzazioni internazinali, osteggiato dalla Grecia sino alla soluzione del quesito. A sicapito del delicato processo di stabilizzazione della regione balcanica.

venerdì 10 settembre 2010

Moldova, tutto come prima ?!?!

Nemmeno il tanto atteso referendum sull'elezione del presidente della repubblica ha avuto un buon esito; scarsa la partecipazione, appena il 30%, forse per lo più a causa della crescente sfiducia dei moldavi verso l'intera classe nazionale. L'esito pesa in maniera particolare sull'attuale maggioranza, che aveva puntato molto su questo referendum per rafforzare i suoi già deboli legami. E intanto l'opposizione ha rialzato la cresta, pronta a cercare di riacciuffare il potere. Sono inevitabili nuove elezioni anticipate, probabilmente già entro l'anno, che potrebbero anche portare a nuove maggioranze, magari proprio con il ritorno dei neocomunisti al governo. Di certo, difficilmente il paese riuscirà ad avere la necessaria stabilità e forza politica per affrontare le molte problematiche aperte; per non parlare dell'ormai altrettanto indispensabile riforma istituzionale per non ricadere in simili impasse che paralizzano il paese da ormai oltre un anno.

lunedì 30 agosto 2010

Cala la fiducia nelle istituzioni UE, ma queste restano comunque un riferimento per il cittadino

Il sondaggio semestrale di EUROBAROMETRO, effettuato la scorsa primavera (mese di maggio) e appena pubblicato, rivela come il 75% degli europei ritenga necessario un maggiore coordinamento delle politiche economiche e finanziarie tra gli Stati membri per meglio affrontare la lotta contro la crisi economica, dichiarandosi in larga parte (con una percentuale in aumento) a favore di una supervisione più forte da parte dell'UE delle attività dei gruppi finanziari internazionali. la maggiore preoccupazione riguarda la situazione economica attuale (40%), la disoccupazione (48%) e l'aumento dei prezzi (20%). La crisi ha avuto anche un'influenza sulla percezione che i cittadini 'hanno delle istituzioni UE: il 40% degli europei associano l'Unione europea con l'euro, il 45% con la libertà di viaggiare, studiare e lavorare e il 24% con la pace. La survey evidenzia anche una minore fiducia nei confronti delle istituzioni UE, principalmente a causa della perdurante crisi economica (dal 48% dell'autunno 2009 all'attuale 42%), che comunque resta purtuttavia superiore della fiducia espressa ai singoli governi nazionali.

venerdì 27 agosto 2010

Rom "rimandati" a casa dalla Francia. Nonostante le politiche UE

Il rimpatrio dei rom romeni e bulgari è giustificato dalla loro "libera scelta", favorita da una buonauscita di 300 euro. La decisione del governo francese ha sinora interessato diverse centinaia di persone - famiglie intere, costrette loro malgrado a rientrare nel loro paese (in entrambi i casi membri UE) perché prive di regolare domicilio e reddito, ma con la prospettiva nei prossimi mesi di una nuova emigrazione, magari non più verso la Francia ma verso altri paesi comunitari. Ciò che ha colpito è stata in particolare la scelta dei governi di Bucarest e Sofia di giustificare il provvedimento francese, assumendo una posizione quasi di sottomissione dovuta forse non solo alle difficili situazioni economiche in cui si trovano entrambi i paesi ma anche evidenziando la carenze di questi governi delle necessarie politiche di integrazione per la minoranza rom, nonostante le politiche UE di inclusione sociale e di non discriminazione adottate per queste persone.

giovedì 19 agosto 2010

Monasteri a rischio

La scelta della NATO di trasferire il controllo delle aree dei monasteri dalle forze Unmik a quelle di polizia albanese/kosovara entro la fine del mese di agosto (il primo dovrebbe essere il monastero di Gracanica) giunge in un momento ancora precoce e rischia di avere gravi conseguenze. Non vi è, allo stato attuale, alcuna garanzia di un corretto comportamento delle forze di sicurezza kosovare in queste zone tuttora a maggioranza serba. Forte permane la preoccupazione per i beni architettonici, dichiarati patrimonio dell'UNESCO ma soprattutto centri culturali e di riferimento dei serbo-ortodossi, viste le opere distruttive perseguite dai kosovari dopo il 1999, con l'apice avvenuto nel 2004.

mercoledì 18 agosto 2010

Tirrenia. Quale futuro?

Nonostante il suo forte indebitamento (650 milioni €), come previsto dall'iter di liberalizzazione richiesto dall'UE, la Tirrenia aveva trovato un acquirente, una società Italo-greca (mista pubblico/privata siciliana/greca). Ma la Fintecna, ente pubblico che ne detiene la proprietà, ha improvvisamente deciso di annullare la gara gia' assegnata e di portarla al fallimento, con la prospettiva di future vendite di parti separate della compagnia (quelle più appetibili, magari affossando le altre in una bad comp.), sull'esempio di quanto avvenuto l'anno scorso con Alitalia. Una scelta da molti vista quale sgarbo verso i possibili acquirenti siciliani (una società regionale), in un momento di crescenti difficoltà nei rapporti stato-Regione autonoma. Di fatto, la Tirrenia svolge un indispensabile servizio pubblico di collegamento con le isole (beneficiando quindi di sovvenzioni dello stato), senza scordare il destino degli oltre 4.000 dipendenti, un numero già fortemente ridotto negli ultimi anni. Un servizio che non si puo' azzerare o spezzettare, con il rischio di penalizzare le realta' insulari italiane.

lunedì 16 agosto 2010

L'Europa riparte. E noi ? previsti ancora tempi bui

I dati EUROSTAT sono inconfutabili. Nel secondo trimestre 2010 finalmente ci sono gli elementi di conferma della ripresa economica UE gia' emersi nel primo trimestre dell'anno: +1%, addirittura +2,2% per la trainante Germania. E l'Italia? Noi siamo ancora fermi (come pure la Spagna), peggio di noi nell'eurozona solo la derelitta Grecia...cosa aspettiamo di definire un serio piano di rilancio? la Germania l'ha fatto e gia" beneficia dei primi risultati. Noi rischiamo di ritrovarci in questa situazione tra 2/3 anni, poiche' cresce il rischio che nemmeno la maggiore crescita UE possa aiutarci molto nella ripresa. Nel frattempo la disoccupazione si aggravera' (sotto una crescita del 2% non si creano nuovi posti di lavoro), il debito pubblico e' in espansione.... e le entrate paiono diminuire (altro che lotta all'evasione...). Temo che il peggio per noi non sia ancora passato. E' inutile guardare alla ripresa tedesca, a quella cinese o illuderci della futura (?) locomotica statunitense. Noi stiamo affondando... l'Italia e' il Titanic, e il capitano non l'ha ancora capito neppure dopo avere visto l'iceberg.

venerdì 6 agosto 2010

La Fiat delocalizza in Serbia? "nema problema"... o no?

La Fiat delocalizza in Serbia? Nessuna sorpresa, lo sta facendo da decenni, alla ricerca di mercati meno costosi (Brasile, Polonia e Serbia, appunto), e del beneficio di aiuti e agevolazioni statali. Piuttosto, sarebbe da valutare se questa operazione rientra nella politica auspicata dal sistema economico/produttivo nazionale; sono ormai mesi che si ripetono convegni in cui esponenti di governo e delle associazioni di imprenditori auspicano nuove soluzioni per il rilancio dell'economia, puntando a un nuovo concetto di internazionalizzazione che preveda cooperazione produttiva, investimenti di capitale e di know-how, ICT, più attenzione alla produttività.... e allora, come la mettiamo con le scelte Fiat? Niente di nuovo sul fronte orientale, per l'azienda torinese....

sabato 24 luglio 2010

L'Aja sul Kossovo. rischio di conseguenze

Si è trattato di una scelta pilatesca. Anche i giudici del tribunale internazionale dell'Aja hanno preferito lavarsi le mani, chinando il capo ai suggerimenti provenienti dagli USA. Di fatto, le richieste serbe non sono nemmeno state prese in considerazione, a vantaggio della posizione kosovara sostenuta da Washington, sottovalutando pericolosamente le possibili ripercussioni in altre realtà regionali in crisi similari. E indicare che la decisione presa abbia valore solo non caso del Kosovo contrasta con il diritto tour-court. Da oggi l'autodeterminazione ha maggior valore delle leggi istituzionali di qualsiasi stato. Da oggi anche baschi, serbo-bosniaci, ungheresi di Romania, ossezi e cento altre etnie si vedono in realtà legittimate ad intraprendere una simile via. Con quali conseguenze per la stabilità e la sicurezza europee?

venerdì 23 luglio 2010

Pristina era dalla parte della ragione

Dunque il Tribunale dell'Aia ha deciso: il Kosovo aveva il diritto a proclamare la sua indipendenza. Ci sono voluti due anni per una pronunciazione formale e ufficiale. Ma nel frattempo poco importa, lo strappo e' avvenuto, il nuovo paese e' stato riconosciuto da molti, in barba alla Risoluzione ONU 1244... il diritto internazionale ha scricchiolato parecchio in questo caso, ma alla fine hanno prevalso ancora una volta gli orientamenti della politica americana per i Balcani.
Ma ormai da tempo il problema non e' piu' solo "indipendenza giusta o meno", poiche' l'azione perseguita da Pristina ha rappresentato un passo da cui difficilmente si torna indietro; il focus su cui concentrarsi e' come risolvere l'impasse bilaterale Serbia-Kosovo che comunque rischia di perdurare a lungo e che paradossalmente la decisione dell'Aia potrebbe aver persino aggravato. La sola soluzione a medio termine puo' provenire da Bruxelles che deve smettere con i suoi bizantinismi diplomatici e offrire a entrambi i paesi sud-est europei una integrazione effettiva, secondo una via prevalentemente politica che non tenga esclusivamente conto del pacchetto di capitoli legati all'acquis comunitario che pero' significano anche anni di assurde trattative su condizioni che nemmeno i paesi membri spesso rispettano. Solamente un passo simile, dal forte impatto politico, puo' portare a una definita stabilizzazione dei Balcani (e cio' implica anche un'integrazione degli altri paesi ancora esclusi) in direzione di un'Europa effettivamente unita; solo in questo modo avra' senso parlare ancora di spazio comune europeo.

martedì 29 giugno 2010

Cresce la percezione della corruzione nei Balcani occidentali

Secondo un report della Gallup, presentato in occasione di un evento organizzato in collaborazione con il Fondo europeo per i Balcani, la percezione generale del fenomeno della corruzione da parte dell'opinione pubblica dei paesi della regione sud-est europea è in crescita, sia nel settore pubblico che privato. I dati, che si riferiscono a un rilevamento del 2009, evidenzia come oltre i due terzi degli intervistati considera la corruzione come "dilagante" e "diffusa" sia a livello di governo che di imprese produttive. La percezione della corruzione nel mondo degli affari è più elevata in Croazia (92%), in Serbia (91%) e in Bosnia Erzegovina (90%); una tendenza che si è accentuata negli ultimi anni in tutti i paesi tranne l'Albania e la Macedonia. La percezione della corruzione nel governo è più elevata in Kosovo (84%) e in Bosnia Erzegovina (81%), mentre il livello rimane basso in Montenegro (49%).

lunedì 28 giugno 2010

Previsioni di forti incrementi dei prezzi agricoli nei prossimi decenni

Secondo l'ultimo Outlook dell'OCSE, la crescente domanda proveniente dai mercati emergenti e la produzione di biocarburanti dovrebbero far salire i prezzi dei prodotti agricoli su mercati internazionali. Il rapporto pubblicato ieri, 15 giugno, avverte che i prezzi medi del grano e di altri secondari registrerà un incremento del 15-40% termini reali nei prossimi dieci anni rispetto ai livelli medi registrati nel periodo 1997-2006. inoltre, è previsto un incremento di oltre il 40% dei prezzi reali degli oli vegetali e del 16-45% dei prodotti lattiero-caseari.

venerdì 18 giugno 2010

Il voto in Slovacchia. Incerti nuovi equilibri

Il partito del premier uscente Fico ha vinto le elezioni in Slovacchia con il 34,8% dei voti, ma i partiti alleati nazionalisti non hanno registrato risultati altrettanto buoni, al punto che i partiti di opposizione di orientamento moderato/riformista che fanno riferimento all'Unione democratico-cristiana/partito democratico, compreso anche il movimento magiaro, avrebbero conseguito assieme la (seppur limitata) maggioranza dell'Assemblea nazionale (79 seggi su 150). Difficile ora la scelta del nuovo governo; pare che almeno in una prima fase possa essere affidato l'incarico a un esponente riformista.

venerdì 11 giugno 2010

referendum costituzionale in autunno in MoldovaR

Con il sostegno del Consiglio d'Europa il governo moldavo pare abbia finalmente trovato una soluzione per risolvere la crisi costituzionale che da ormai un anno paralizza il paese. Il 3 giugno i quattro leader della coalizione di governo (Alleanza per l'Integrazione Europea ) hanno annunciato un referendum agli inizi di settembre sull'elezione diretta del presidente (modifica dell'articolo 78 della Costituzione) che dovrebbe portare a nuove elezioni già in autunno, dopo lo scioglimento del Parlamento in ottobre. Si spera così di poter risolvere la lunga crisi istituzionale e politica avviata dopo il voto della scorsa estate che aveva estromesso i neocomunisti dal potere.

giovedì 3 giugno 2010

Rapporto La Cina nel 2010. Scenari e prospettive per le imprese

In occasione della missione commerciale italiana in Cina di questi giorni, la Fondazione Italia-Cina ha messo online sul sito del CorSera il rapporto annuale 2010 del CESIF "La Cina nel 2010. SCENARI E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE" che ci spiega le ragioni del potenziale mercato cinese, perché dovremmo investire di più in Cina, come recuperare il gap rispetto agli altri paesi occidentali, senza dimenticare i potenziali flussi cinesi di persone e merci che potrebbero interessare l'Italia (qundi non solo commercio e industria, ma anche turismo).

mercoledì 2 giugno 2010

Conferenza per i Balcani a Sarajevo

A Sarajevo si apre la Conferenza per i Balcani, meeting interministeriale al massimo livello di ministeri degli esteri dei paesi del SEE assieme a UE, USA, Russia, Turchia e Italia, quest'ultima promotrice dell'avvenimento. L'obiettivo e' di fare il punto e di rilanciare il processo di integrazione e adesione dei paesi sud-est europei. Ma il momento pare alquanto problematico, in una fase di stanca da entrambe le parti. Diversi membri UE, dopo gli allargamenti del 2004 e 2007 vedono con scetticismo il prossimo coinvolgimento dei questi paesi balcanici ritenuti ancora non pronti al passo e alle prese con molteplici problemi interni, sia di ordine politico che socio-economico con, in alcuni casi, gravi dissidi tra di loro. In questi casi, l'opinione pubblica interna sta effettuando una forte pressione, per lo piu' condizionata dalle difficolta' congiunturali e dall'ascesa delle forze nazionaliste e reazionarie. Da parte dei paesi orientali, la dimensione degli impegni da assumere nel processo di transizione legato all'adesione, le difficolta' interne incontrate negli ultimi anni, e per ultimo la crisi internazionale che ha avuto profonde ripercussioni sui loro sistemi, hanno fatto si' che si evidenziassero in primis quanto non fatto assieme alle ripetute incapacita' o reticenze.

I problemi sul tavolo sono molti, alcuni di difficile soluzione (se non, forse, in un quadro di adesione), le intenzioni ci sono ma le volonta' latitano da piu' parti. Sara' difficile ottenere dei risultati che vadano oltre a prevedibili impegni sulla carta, anche di fronte al necessario rinnovato impegno di prospettiva europea ormai sventolato come un cencio rosso davanti al toro. Con il rischio pero' che questi paesi si rendano conto di ritrovarsi nell'arena e non accettino di far la parte del toro ....

martedì 1 giugno 2010

Vertice dei presidenti balcanici. Accelerare l'integrazione UE

A Sarajevo il 29 maggio si è tenuto un "vertice a 4" dei presidenti di Croazia, Serbia, Montenegro e Bosnia Erzegovina in vista dell'incontro UE-Balcani d'inizio giugno con l'obiettivo di cercare di coordinare le loro strategie diplomatiche. Ne è emerso l'obiettivo di chiedere a Bruxelles di continuare a percepire il processo di allargamento ai Balcani come un atto globale, da accelerare nonostante la crisi internazionale in atto.
Allo stato attuale pare comunque difficile convincere tutti i paesi UE dell'opportunità di procedere quanto prima all'ultima fase di allargamento a Est... forse ce la farà nei tempi previsti solo la Croazia (con qualche mugugno ....).

domenica 30 maggio 2010

Le scelte ungheresi rischiano di destabilizzare il Centro-Europa

La decisione di fine maggio della nuova maggioranza nazionalista-popolare di Budapest di concedere la cittadinanza a tutte le persone di etnia magiara residenti nei paesi limitrofi ha destato accese reazioni nelle vicine capitali, con il rischio di acuire i rapporti già non sempre facili. In particolare, forte e’ stata la protesta da parte della Slovacchia, paese con una presenza di oltre 550 mila persone interessate dal provvedimento (il 10% della popolazione del paese), che ha denunciato la decisione ungherese che «costituirebbe un attentato alla sovranità della Slovacchia e una minaccia alla sicurezza europea e internazionale», minacciando, qualora fosse concesso il passaporto agli slovacchi di etnia magiara, di privarli della cittadinanza slovacca. In tal senso, il parlamento di Bratislava ha votato una legge destinata a entrare in vigore sin dal prossimo mese di luglio. Sinora non vi sono state ancora reazioni ufficiali da parte romena, paese in cui i magiari sono più di due milioni per lo più residenti nella regione della Transilvania soprattutto grazie alla presenza, nella maggioranza del movimento magiaro UDMR, ma situazione potrebbe aggravarsi qualora le forze nazionaliste romene dovessero alzare la loro voce di protesta.


sabato 29 maggio 2010

Il voto dei cechi. Socialdemocratici vincenti ma....

Come previsto i socialdemocratici hanno vinto le elezioni nella Repubblica ceca, ma il risultato non li premia. I primi dati li collocano attorno al 22% contro il 20% del partito civico democratico, sostanzialmente al di sotto delle previsioni. Lo scetticismo con cui i cechi guardano ai partiti tradizionali emerge nei risultati dei movimenti moderati di centro, i veri vincitori del voto politico. In base ai numeri, appare persino possibile una maggioranza di centro-destra, sufficientemente stabile, poiche' anche i neocomunisti sono andati male.
Nemmeno la crisi economica e' stata quindi sufficiente a far trionfare i socialdemocratici. La loro e' una vittoria di Pirro, che probabilmente li costringera' ancora all'opposizione.

venerdì 28 maggio 2010

Forum economico BULGARIA-ITALIA

A Sofia il 7 giugno 2010 si svolgera' il Forum economico “Bulgaria-Italia: insieme per uscire dalla crisi”, orgnizzato dall'ICE con la collaborazione dei Ministeri per gli affari esteri e dello sviluppo economico.

IO partecipero' quale rappresentante INFORMEST al Panel tecnico “I protagonisti della ripresa: mezzi e strumenti per il rilancio economico, per favorire gli investimenti, l’esportazione ed il commercio”.

Budapest approva la legge sulla cittadinanza ungherese "allargata"

Il Parlamento ungherese ha approvato il 26 maggio a larghissima maggioranza la legge che concede la cittadinanza magiara anche alle persone di etnia ungherese residenti nei paesi limitrofi. Soli requisiti necessari la conoscenza della lingua e poter dimostrare le proprie origini.
Resta da vedere ora come reagiranno i paesi confinanti l'Ungheria con una forte presenza minoritaria; in particolare, la Slovacchia è già sulla via di adottare contromisure restrittive destinate a "punire" i suoi cittadini che chiederanno anche il passaporto ungherese.

lunedì 17 maggio 2010

Presentazione libro Le multinazionali del mare


Nella sala Tessitori della Sede della Regioni FVG di piazza Oberdan, venerdi' 21 maggio, alle ore 17.00, viene presentato l'ultimo libro del prof. Sergio Bologna su "Le multinazionali del mare". L'autore verra' introdotto dal prof. Vittorio Torbianelli, docente di economia dei trasporti all'Universita' di Trieste.
Ci saro'.

lunedì 10 maggio 2010

Vigilia delle elezioni a Praga. Nuovi equilibri?

Il 28 e il 29 maggio prossimi si svolgono le elezioni politiche nella Repubblica ceca. Sono ben 27 i partiti politici in lizza per i 200 seggi della Camera dei deputati, i cui candidati (oltre 5.000) verranno scelti in base a un sistema uninominale con una soglia del 5%. Uno spettro politico molto ampio, se si considera che nella legislatura uscente erano rappresentati solo cinque partiti (Partito civico democratico (ODS), Partito socialdemocratico (CSSD), Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM), Partito cristianodemocratico/Unione popolare (KDU-CSL) e Verdi (SZ)). L'esito appare ancora incerto: se da un lato è dato per scontato il successo socialdemocratico e del suo leader Paroubek, l'incertezza resta (ancora) legata ai futuri possibili equilbri parlamentari. Già si parla, infatti, di probabile coalizione tra i due principali contendenti (ODS e CSSD), anche se non viene nemmeno esclusa la possibilità di accordi tra socialdmocratici e neo-comunisti nel caso in cui questi due partiti conseguissero una maggioranza numericamente solida, anche se quest'ultima opzione potrebbe comportare non poche difficoltà tenuto conto delle differenze ideologiche e di indirizzo politico, con conseguenze anche sul piano internazionale essendo il KSCM un partito non riformista. Si rischierebbe di andare indirezione di quanto sta già accadendo in altri paesi dell'Europa dell'est, dove i partiti e movimenti nazionalisti e radicali di destra sono in forte ascesa se non già al potere. Pur essendo il KSCM di ideologia comunista, anch'esso persegue scelte politiche radicali, fortemente conservatrici e antieuropee se non con persino caratteristiche razziste (specie nei confronti dei rom), orientamento che potrebbe rischiare di incancrenire ulteriormente la posizione della Repubblica ceca che già in questi ultimi anni è stata condizionata dall'euroscetticismo del suo presidente Klaus e del partito ODS al potere sino all'inizio della scorsa primavera.

Disoccupazione al 10% nell'UE

Secondo i dati Eurostat pubblicati il 30 aprile scorso, a marzo il tasso medio di disoccupazione è rimasto invariato al 10% nei paesi dell'area dell'euro, un anno prima si collocava al 9,1%. Eurostat stima a fine marzo in 23,3 milioni le persone senza impiego nell'UE27, di cui 15,8 milioni nella zona euro; il dato evidenzia una leggera crescita di 123 mila rispetto al precedente mese di febbraio (UE: +101 mila). Rispetto al marzo del 2009, i disoccupati UE27 sono aumentati di 2,55 milioni, quelli dell'eurozona di 1,4 milioni. La dissocupazione più bassa è stata registrata in Olanda (4,1%) e in Austria (4,9%), quella più elevata in Lettonia (22,3%) e Spagna (19,1%).

martedì 4 maggio 2010

TITO 1980-2010


Per oltre 30 anni la Iugoslavia è stata una realtà, uno stato stabile seppur con molte contraddizioni; con la sua scomparsa si sono aperte le porte dell'inferno, oggi non ancora del tutto richiuse.

Nuovo Report della Commissione del Mar Nero

Interessante l'ampio report pubblicato da poco dalla Commissione del Mar Nero e finanziato da fondi UE; si tratta di un'analisi composta da un quadro di sviluppo economico, della sicurezza, della cooperazione regionale e della governance caratterizzanti l'ampia area attorno al Mar Nero. Una regione a noi vicina ma molto poco conosciuta, composta da diversi paesi europei e da altri che all'Europa guardano con costante attenzione, sia per ragioni storiche che economiche, che presenta dinamiche ed evoluzioni da tenere in considerazione.

martedì 27 aprile 2010

La crisi è in via di soluzione. Eccessvo ottimismo del FMI?

"Il Comitato Monetario e finanziario internazionale del FMI ha pubblicato le conclusioni della sua 21a riunione tenutasi il 25 aprile. Il Comitato ha sottolineato come, nonostante alcuni segnali incoraggianti, la crisi economica è ancora lontana dall'essere superata. (...) Per questa ragione, il FMI appare intenzionato a predisporre nuove regole per il settore finanziario e contribuire a sostenere l'intervento straordinario deciso dai governi. Il Comitato ha comunque evidenziato che la ripresa economica è ormai avviata, con un quadro macro-economico in miglioramento (...)".
Queste sono le parole ufficiali del FMI. Ma è relamente così? siamo in grado di poter affwermare che la ripresa è ormai in atto? si tratta di un eccesso di ottimismo o il tentativo di dare un'immagine meeno fosca della situazione, una sorta di disinformacija del quadro economico mondiale?

lunedì 26 aprile 2010

L'UE aumenta i suoi finanziamenti a sostegno del Millenium Development

Il 21 aprile la Commissione europea ha adottato un piano d'azione per aumentare i contributi europei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (Millenium Development Goals). L'UE è il principale donatore del pianeta, ma l'anno scorso il suo contributo è leggermente diminuito. La Commissione propone ora misure che mirano ad accrescere il livello di aiuto attraverso un'accresciuta efficacia derivante da un migliore coordinamento, indirizzando gli aiuti verso finanziamenti a carattere innovativo e verso paesi e settori maggiormente bisognosi. Ha inoltre adottato una comunicazione sulla fiscalità dello sviluppo dei paesi allo scopo di favorire l'aumento delle entrate e la lotta alle frodi, in maniera tale da migliorare la loro integrazione regionale e la loro influenza nella governance internazionale.

Mutamenti radicali


26 aprile 2010: da oggi cambia la mia vita

venerdì 23 aprile 2010

l'ISDEE chiude definitivamente

Oggi alle 13.00 ha definitivamente chiuso la sua esistenza l’ISDEE (Istituto di studi e documentazione sull’Europa comunitaria e l’Europa orientale). Sono trascorsi ben 41 anni per questo piccolo istituto di Trieste di Corso Italia 27, durante i quali si è cercato di diffondere la conoscenza dapprima “dell’oltre Cortina di ferro”, poi delle nuove realtà post-comuniste che si andavano delineando alle nostre porte orientali. Posto in una posizione privilegiata, proprio ai margini est europei, e tuttavia penalizzato dal suo decentramento geografico dai centri politici decisionali. Per di più, al supporto finanziario regionale, indispensabile per la sua sopravvivenza in questi anni, non sempre ha fatto da contralto l’interesse delle stesse amministrazioni regionali e locali, spesso marginale e talvolta solamente se indotto, nonostante anch’esse siano state chiamate, soprattutto dopo il 1989, a svolgere un ruolo “di ponte” con le realtà dell’Europea orientale, confermando le difficoltà storiche del Sistema Italia, sia a livello nazionale che locale, di svolgere quelle attività di analisi e di intelligence sia economiche che sociali e politiche, propedeutiche allo sviluppo ottimale delle relazioni e al suo posizionamento internazionale.

Dal 1o gennaio 2008 L’ISDEE era stato assorbito da INFORMEST (Agenzia per la cooperazione economica internazionale) di Gorizia e il suo gruppo di lavoro e ricerca aveva mantenuto le sue specificità e la sua sede in Trieste quale area decentrata. Dal 1o maggio 2010 anche quest’ufficio viene chiuso e iI gruppo di ricerca, composto da un ristretto numero di persone con diverse specializzazioni scientifiche e linguistiche, viene trasferito alla sede di Gorizia e destinato a nuove attività del campo progettuale.


mercoledì 21 aprile 2010

3a Conferenza sul Danubio. Il fattore ecologico

La terza Conferenza internazionale dedicata alla strategia di sviluppo del bacino del Danubio si è tenuta il 19 aprile a Vienna. L'importanza del fattore ecologico è stato dato dal contributo espresso dall'Associazione ecologista austriaca (UWD). Argomento centrale è stato infatti la ricerca di soluzioni sostenibili per l'uso del Danubio in modo più rispettoso non solo per quanto riguarda i requisiti di navigazione fluviale, ma anche per quanto riguarda l'economia, il turismo, la tutela della natura e l'ecologia della regione. la rilevanza dell'azione è data dal fatto che la strategia sarà implementata per l'intera regione del Danubio e non solamente per le aree immediatamente limitrofe al fiume, coinvolgendo le differenti realtà e interessi regionali, quale primo passo in direzione delle azioni che verranno in futuro adottate nell'ambito della costituenda Regione danubiana.

Il 26 aprile nuovo Convegno a Gorizia sulla Piastra logistica dell'Alto Adriatico

Lunedi' 26 aprile alle ore 15.00, presso la Conference Hall del Polo universitario di Gorizia, si svolgera' il convegno "la funzione internazionale del sistema portuale del Friuli Venezia Giulia", organizzato da ISTIEE, dalla Facolta' di architettura di Trieste e dalla facolta' di giurisprudenza di Udine e Unicredit Logistics.

Si tratta di una nuova occasione per discutere del progetto di piattaforma logistica avanzata da Unicredit che, se realizzata, potrebbe trasformare radicalmente l'area orientale del Nord Adriatico e attrarre un volume consistente di merci al punto da far diventare il nuovo polo un portale a livello europeo per il Centro-Europa. Ma molti sono i dubbi, le perplessita' e i rischi di fattibilita' per un simile progetto, mentre crescono in maniera esponenziale la pressioni politiche affinche' il progetto venga allargato a tutto il Nord-Est e la concorrenza di altri terminali portuali regionali (in primis Venezia).

lunedì 12 aprile 2010

L'estrema destra in ascesa: un pericolo per l'Europa

Ci preoccupiamo molto della crescita della Lega (e facciamo bene) ma non facciamo molta attenzione a quanto stia succedendo attorno a noi. Nei paesi vicini, e in particolare nei nuovi stati membri (ma non esclusivamente, vedi la Francia, la Germania e l'Olanda), non solo la destra nelle sue varie forme e' al potere, e' questo e' il risultato di un giusto gioco democratico, ma le forze reazionarie non-democratiche (scioviniste, nazionaliste, antisemite) sono in altrettanto forte crescita (se non presentano addirittura dinamiche superiori). L'esempio e' l'ultimo voto di questo fine settimana in Ungheria. La loro espansione appare preoccupante poiche' ormai il loro peso parlamentare e sociale incide direttamente sulle politiche nazionali sociali, imponendo chiusure e forme di repressione nei confronti degli stranieri (ma anche delle minoranze interne). Un ulteriore elemento destabilizzante e' rappresentato dal loro forte anti-europeismo, nel tentativo di indebolire le istituzioni europee a favore di un ritorno dei localismi nazionali. Una pressione che, al di la' di non risolvere i pur rilevanti problemi sul piano territoriale, mina gli equilibri della nostra ancor debole UE. Ma gli organi istituzionali continuano a sottovalutare la situazione; c'e' da sperare che non se ne rendano conto troppo tardi, perche' altrimenti, invece di un'Europa allargata nel 2025 si ritroveranno solo dei cocci.

Meno nucleare sulle nostre teste...

Dunque, c’e’ stato l’accordo. A Praga firmano lo Start 2. E riducono le testate, appena 1.500 a testa. Arsenali vuoti ?? adesso mi sento veramente sicuro... soprattutto se penso a quei pochi missilotti esistenti un po' di qua e un po' di la', magari senza che nessuno lo voglia ammettere, stati canaglia (o meno) compresi. Un successo? forse, difficile dirlo. Ma allora, perche' non ridurre ulteriormente il loro numero? sarebbe stato un bell'atto di forza, magari reinvestendo poi quelle risorse nello sviluppo del nostro povero mondo malandato e pieno di magagne (e sono tenero). Qualcuno dira' che il sistema produttivo bellico e' fondamentale per l'economia di un paese (e di alcuni in particolare), ma lo sono anche altri settori (agricoltura, cultura .... l'innovazione nel suo toto). Insomma bisogna sapersi accontentare, perche' magari quei capitali potrebbero finire sullo sviluppo di altre armi. Stupendo.

domenica 11 aprile 2010

Seminario di lancio del progetto ITALBALK Italia-Serbia-Montenegro a Belgrado

Il 16 aprile partecipero' al seminario tecnico Creazione di reti di trasporto e di piattaforme logistiche nelle relazioni economiche tra la Serbia, il Montenegro e l’Italia”, organizzato nell'ambito del sub-progetto ITALBALK, con l'obiettivo di favorire l’integrazione logistica e trasportistica delle relazioni tra l’Italia e i Balcani. Il seminario, che prevede la partecipazione di rappresentanti del MAE e del MISE, di numerose regioni italiane e di agenzie regionali tecniche, oltre che di soggetti economici dei trasporti e della logistica.
I lavori sono incentrati sulla realizzazione delle connessioni con la Serbia e il Montenegro, consentendo i flussi di merci lungo l'asse Italia-Balcani, in termini quantitativi, qualitativi e competitivi.L'obiettivo è di facilitare 1) il livello di attuazione di integrazione economica del sistema produttivo italiano con i paesi balcanici, aumentando gli scambi commerciali e gli investimenti diretti delle imprese italiane, 2) il ruolo in Italia come piattaforma logistica nei paesi lungo i corridoi est-ovest dei Balcani, e 3) il miglioramento della capacità delle regioni italiane nella gestione dei programmi di cooperazione internazionale nel settore dei trasporti e della logistica, e delle iniziative regionali volte a sostenere l'imprenditorialità nel campo dei servizi all'estero.
Il seminario si svolgera' a Belgrado presso l'Hotel Hyatt, a partire dalle 9.30.

venerdì 19 marzo 2010

Convegno sulla Piastra logistica dell'Alto Adriatico

Lunedi' mattina (ore 10.00), presso il Savoia Excelsior hotel di Trieste si svolge l'incontro organizzato da AIOM, ISTIEE e UniCredit Logistics sulla "Piastra logistica dell'Alto Adriatico. Un porto-corridoio al servizio dell'Europa". Credo sara' un'interessante occasione per sentire sugli sviluppi del progetto di ampliamento del sistema portuale triestino e nord-adriatico.
Io ci saro'

martedì 16 marzo 2010

Chi decidera' sul futuro dei Balcani?

Sembra abbia dato non poco fastidio alla diplomazia sud-est europea e a quella slovena in particolare il recente annuncio fatto dal ministro degli esteri Franco Frattini, anche a nome dell'UE, di un vertice sui Balcani che dovrebbe svolgersi a giugno a Sarajevo. E' infatti visto con un certo scetticismo l'improvvisa dinamica della diplomazia italiana ed europea, proprio nel momento in cui Lubiana, Zagabria e Belgrado riescono per la prima volta a mettere da parte i loro dissidi e a far sedere attorno a un tavolo i loro massimi rappresentanti istituzionali (incontro di Brdo di pochi giorni fa), in preparazione del vertice UE-Balcani di fine marzo, in Slovenia. La sensazione e' che Bruxelles voglia in un certo qual senso apporre una sorta di proprio "sigillo" a ogni evoluzione della situazione dell'area balcanica, mentre i diretti interessati sarebbero pronti allo sforzo di giungere a delineare una linea politica destinata a favorire una soluzione della situazione in un ambito prettamente "iugoslavo" e non anche, come prevede Frattini, con il coinvolgimento anche di Russia e Stati Uniti. Visto l'immobilismo degli ultimi anni e le pastoie dell'UE, i paesi interessati sembrano quindi intenzionati a decidere direttamente nella soluzione ai vari problemi della regione (Bosnia, Kosovo), senza comunque mettere in discussione la loro linea europeista, cio' anche per quei paesi (Croazia, Serbia) che hanno avviato il percorso che li portera' in futuro ad aderire.


mercoledì 10 marzo 2010

La visione strategica energetica si focalizza sull'area del Mar Nero

La questione energetica si fa pressante ai confini orientali dell’Europa. Il Consiglio atlantico ha dapprima organizzato a fine gennaio 2010 una tavola rotonda sull’energia nucleare nella regione sud-est europea, con particolare attenzione alla sicurezza e agli investimenti necessari per il settore, quindi, ai primi di marzo un analogo incontro ha affrontato i problemi legati al trasferimento degli idrocarburi verso il mercato europeo, e in particolare la realizzazione del gasdotto Nabucco, di forte impatto strategico poiche’ permetterebbe all’UE di ridurre la sua attuale dipendenza dalle forniture russe. Con l’occasione, il Consiglio atlantico ha lanciato un forum energetico ed economico internazionale per l’area del Mar Nero che si terra’ in autunno 2010 a Istanbul.

venerdì 5 marzo 2010

International Desk per il Sud-Est Europa a Gorizia

L'8 e il 9 marzo prossimi si svolge a Gorizia l'International Desk per il Sud-Est Europa al quale parteciperanno una decsna di delegazioni diplomatiche dai paesi dell'area interessata. Presenza del governo italiano ad alto livello (Frattini ?). Si tratta di un forum internazionale in cui si vuole fare il punto delle attivita' dell'Italia in questa regione e di definire alcuni obiettivi prioritari della nostra politica estera.
Con l'occasione sono previsti dei tavoli tecnici/tematici relativi a energia, trasporti e finanza.
IO ci saro'.

giovedì 4 marzo 2010

Moldova-Transdnistria: si riparte?

Ripartono i contatti tra la Moldova e la Transdnistria. O perlomeno, riprendono a parlarsi, dopo le aperture fatte dal nuovo esecutivo moldavo di Chisinau e la dichiarata disponibilita' della controparte secessionista. Siamo ancora lontano dal riavvio di una trattativa per la soluzione del problema, nell'ambito del processo 5+2 definito ormai diversi anni fa (con la partecipazione di attori internazionali). Allo stesso tempo, il Consiglio d'Europa ha dato il via ai negoziati per un accordo di associazione con la Moldova e ha congelato per sei mesi le misure restrittive che colpivano la leadership transdnistriana, impedendole di entrare sul territorio UE. Rinascono dunque le flebili speranze per una stabilizzazione dell'area e l'ipotesi di una riunificazione (da individuare la base istituzionale) dei due paesi, sola soluzione all'attuale stato che vede attualmente un'entita' (la Transdnistria) non riconosciuta a livello internazionale se non da Mosca.

lunedì 1 marzo 2010

La centrale nucleare bulgara si fara'

Gli investimenti sono stati sinora molto elevati e quindi bisogna proseguire; i previsti 4 miliardi sono diventati 7 e ora ne servirebbero almeno 10. Questo e' il ragionamento del governo bulgaro sulla realizzazione della seconda centrale nucleare nel paese, a Belene, sul Danubio. Ma come? con un diretto intervento dello stato e grazie a un nuovo prestito di 2 miliardi di euro concesso dalla russa Rosatom, direttamente coinvolta nel progetto con la sua tecnologia....

mercoledì 24 febbraio 2010

Boniciolli "scopre" che la politica frena il porto di Trieste

Finalmente l'ha detto, quasi sia stato un atto di coraggio (intervista a Boniciolli al Piccolo di Trieste). Quando invece si sa che purtroppo da sempre la sorte del porto di Trieste e' legata alla politica locale (e non solo) e che del futuro economico/commerciale del porto interessa ben poco. Adesso e' gia' partita la lotta alla poltrona di Boniciolli. Programmi? macche'; idee nuove: quali ? ...... i soli nomi fanno crescere la preoccupazione.
Intanto la struttura portuale sprofonda nell'inutilita', sono congelati i progetti di sviluppo e ampliamento (investimenti? solo sulla carta), mentre i concorrenti corrono e gli operatori se ne vanno altrove. E anche quando, come recentemente, privati (leggi UniCredit) si affacciano con chiari propositi di intervento (e risorse pronte) sul sistema portuale triestino-monfalconese, ecco subito la mano politica che si allunga anche da Venezia (e si sa che quell'ambiente "pesa"...) per chiedere la sua parte....

lunedì 22 febbraio 2010

Roma dispiega la sua politica energetica verso i Balcani

Sta prendendo piede cio' che e' gia' stata da piu' parti definita la nascita di un "imperialismo energetico" italiano nei Balcani. Se sinora il nostro paese aveva mantenuto una posizione piuttosto defilata in questo settore, ergendosi in primo piano solo nell'intervento della realizzazione della centrale nucleare romena di Cernavoda, negli ultimi anni l'attenzione si e' progressivamente ampliata alle centrali termiche bulgare, a nuove interconnesisoni sottomarine con Croazia e Bosnia Erzegovina, al supporto all'impegno per la realizzazione del gasdotto South Stream.... oltre un centinaio di progetti che l'Italia ha definito con i governi della regione.
Di recente, dopo l'accordo con l'Albania per la produzione di energia solare, l'interconnesisone delle reti e l'ipotesi di sviluppo comune del nucleare (centrale nucleare realizzata dall'Italia sul suolo albanese - Durazzo ?? - destinata a soddisfare il nostro fabbisogno - una sorta di "delocalizzazione" anche del nucleare), il governo italiano ha avviato un'analoga collaborazione anche con il Montenegro. In particolare, Roma punta a un'interconnessione energetica anche con questo paese con l'obiettivo di importare energia elettrica prodotta nel bacino balcanico (quindi proveniente anche da altri paesi del SEE), giustificando quindi l'attuale impegno a supporto dello sviluppo settoriale anche in Serbia e Republika Srpska (sfruttamento idroelettrico di fiumi).

sabato 20 febbraio 2010

Nuovo percorso del South Stream? Bulgaria esclusa

Permangono le difficolta' nel coinvolgimento della Bulgaria nel progetto del gasdotto South Stream promosso dalla Russia. Il governo di Borisov intenderebbe ritrattare la sua partecipazione, allineandosi a quelli che vedono con preoccupazione la realizzazione di una simile condotta controllata da Mosca, optando piuttosto per un suo maggiore coinvogimento nella realizzazione dell'oleodotto Nabucco, ufficialmente sostenuto da Bruxelles, seppur il suo progetto sia allo stato attuale piu' problematico. Inoltre, le richieste avanzate da Sofia (un suo maggiore coinvolgimento nell'opera, maggiori royalties) sembra abbiano portato la Russia a ipotizzare nuovi scenari e un nuovo percorso del gasdotto attraverso la Romania (molto piu' disponibile, pur essendo anch'essa guidata da un governo di centro-destra), con un possibile terminal a Constanta.

domenica 14 febbraio 2010

Italy & South Eastern Europe Investment Forum a Verona

Si e' svolto a Verona l’Italy & South Eastern Europe Investment Forum, conferenza organizzata da MSE, MEF, SACE, UnionCamere, ICE e FIEC, con l'obiettivo di definire il posizionamento italiano rispetto ai paesi dell'area balcanica, sia da un punto di vista economico (visti gli interessi italiani - in termini di investimenti e di interscambio) che politico (area la cui stabilita' e' stata definita strategica dal governo di Roma). Una particolare attenzione e' stata dedicata alla necessita' di coinvolgere quanto prima questi paesi nel processo di allargamento europeo, quale fattore si supporto alla fase di riforme socio/economiche in atto in questi paesi.








lunedì 8 febbraio 2010

Yanukovic. E ora?

Yanukovic ce l'ha fatta a diventare presidente; seppur con fatica e, come da molti previsto, con un margine ridotto, ha conquistato la carica di capo dello stato. Ma il difficile arriva adesso. Sul piano interno, il paese presenta un quadro economico drammatico che necessita dell'aiuto finanziario internazionale per superare la crisi che ha colpito il paese nell'ultimo anno. Pesanti anche le problematiche politico-sociali, fortemente osteggiato dalla Timosenko che senza dubbio cercherà di minare l'esito del voto continuando a paventare il ricorso a brogli e al rischio di scelte politiche conservatrici e anti-democratiche, e con una ampia fascia dell'opinione pubblica di etnia (maggioritaria) ucraina che continuerà a vedere con diffidenza Yanukovic, sia per le sue origini russe che per i suoi legami con Mosca. Sul piano esterno, Yanukovic dovrà essere in grado di rassicurare delle sue intenzioni "di apertura" gli ambienti diplomatici occidentali (che avevano puntato sulla Timosenko), mentre resta da vedere quale sarà il rapporto con Mosca, che rischia di rimanere alquanto problematico a causa dei difficili equilibri di influenza. Ad ogni modo, la Timosenko esce sconfitta, incapace di rappresentare efficacemente la controparte riformista e pro-europea, e con sè trascina nella sconfitta i resti della Rivoluzione arancione di appena pochi anni or sono (2004).

mercoledì 3 febbraio 2010

Siamo oltre 500 milioni !

Secondo l'EUROSTAT da gennaio nell'UE abbiamo superato la soglia dei 500 milioni di abitanti.

1, 2,3,4,5,6,7,8,9 ....... siamo in tanti... !!!!

Il 2010 è L'anno della lotta alla povertà e all'esclusione sociale

L'Unione Europea e la Presidenza semestrale spagnola hanno ha lanciato l'anno della lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Buoni, ottimi gli intenti, ma temo che tra 12 mesi ben poco sarà cambiato essendo l'impegno difficilmente affrontabile in maniera quasi spot sul breve periodo.
84 milioni di europei (il 17%) secondo Bruxelles sono a rischio povertà, ma con situazioni ancor più difficili a livello di singolo paese, in special modo tra i nuovi membri dove il problema interessa fasce molto più ampie della popolazione. Un ampio compendio statistico è stato prodotto per l'occasione da Eurostat: Combating poverty and social exclusion: a statistical portrait of EU.

lunedì 25 gennaio 2010

Prepariamoci. Il peggio è passato... o no?

Con le sue previsioni spesso raggelanti, la Banca mondiale ha annunciato che stiamo uscendo dalla crisi. Nell'appena pubblicato Global Economic Prospects 2010 (per chi ha poco tempo c'è anche un Overview di 15 pagine), la WB sottolinea come la ripresa ci sia ma sia anche fragile, e che il fallout avrà una ricaduta sui prossimi 10 anni, con radicali modifiche sul sistema economico-finanziario globale... non c'è di che stare allegri...

lunedì 18 gennaio 2010

Dossier sulla donna nell'Est Europa

RSE ha pubblicato un ampio dossier (n. 53) sulla donna nell'Est; questi i paragrafi:
  • Bilan de 20 années de transformation
  • Femmes politiques, femmes en politique
  • Travail et mobilisations
  • Questions de femmes
  • Figures littéraires et artistiques, parcours de femmes.

Il nuovo presidente della repubblica ucraino al ballottaggio. Nulla di nuovo?

Il primo round Yanukovic-Timosenko è finito in patta, con un lieve mantaggio per il primo (secondo i primi esiti dello scrutinio) , confermando i pronostici. Yusenko è stato spazzato via, così come tutti gli altri (numerosi) candidati alla presidenza della repubblica ucraina. Tutto si gioca dunque al ballottaggio d'inizio febbraio, con Yanukovic grande favorito e pronto a riprendere le leve del comando del paese est europeo. Permane tuttavia l'incognita del "fattore russo": cosa farà Mosca? sosterrà come previsto il suo sinora fedele alleato di etnia russa Yanukovic? il riavvicinamento degli ultimi mesi tra Putin e una pragmatica Timosenko, ora molto disponibile al dialogo con il leader moscovita, potrebbe far preludere a nuovi scenari, visti con un certo favore anche dalle sponde diplomatiche europee e statunitensi.

giovedì 14 gennaio 2010

Immigrazione e politiche adottate in Francia e Italia. Quali risultati

L'esponente francese per i diritti umani Henri Braun ha delineato un interessante quadro comparativo del problema immigrazione e dell'approccio adottato in Francia e Italia. L'articolo ricorda come l'inasprimento delle leggi sinora non ha risolto il problema. E si dichiara preoccupato del livello di razzismo in Italia, probabilmente superiore a quello esistente in Francia. Senza tutti i torti.... evidenzia i numerosi punti deboli delle politiche adottate, che rischiano di produrre pesanti conseguenze invece di risolvere il problema. Il ricorso ai centri di detenzione per periodi sempre più lunghi (sino a 18 mesi) diventa inutile e pretestuoso, e questi diventano sempre più luoghi in cui scoppiano tensioni e proteste. Braun si dichiara preoccupato dell'orientamento ormai prevalente di considerare l'illegale un delinquente,

Il collegamento ferroviario Trieste-Divaca: ormai (quasi) diventato la barzelletta del Nord-Est

Il collegamento ferroviario Trieste-Divaca: 70 chilometri ormai diventati la barzelletta del Nord-Est. Anni di discussioni hanno portato a scarsi esiti, sia per la difficoltà tecnica della realizzazione del percorso, in larga parte sotterraneo, che per i costi che continuano a levitare. Per non parlare dell'opportunità di una simile opera faraonica. Ora il governo italiano dà la colpa alle forze di opposizione locali e agli ambientalisti (questi ultimi giustamente preoccupati) che frenerebbero la sua realizzazione, ma tralascia la posizione slovena che non reputa prioritaria questa tratta; Lubiana preferisce infatti concentrarsi sullo sviluppo del percorso ferroviario verso Capodistria (e il suo porto), e continua a guardare con favore alla direttrice ferroviaria diretta via Gorizia, quale più efficace connessione tra l'Italia e la Slovenia nell'ambito del Corridoio 5. Tutto resta legato all’ormai obsoleta pretesa dell'allora governatore Illy di un attraversamento della città di Trieste nella realizzazione del Corridoio ferroviario 5. Ma allora si pensava soprattutto all’alta velocità (cioè passeggeri) - anche se prorprio l'ipotizzata linea sotterranea evidenzierebbe proprio nella velocità un suo limite -, mentre adesso è prevalente l’attenzione per l’alta capacità (trasporto merci), legata all'interscambio commerciale continentale Ovest-Est e allo sviluppo dei porti del Nord Adriatico. E le merci non devono necessariamente andare a 300 km l’ora…

mercoledì 13 gennaio 2010

La Russia diversifica le forniture di petrolio puntando ai mercati asiatici

Mentre l’Europa si preoccupa di quanto il problema energetico possa influire sulle relazioni con Mosca, la Russia diversifica i suoi interessi di principale fornitore mondiale di idrocarburi. A fine 2009 è stata inaugurata la prima sezione dell’oleodotto di quasi 5.000 chilometri (dal costo complessivo di oltre 12 miliardi di dollari) che porterà il greggio russo sino al terminal di Kozmino, vicino alla città di Nahodka, sul Pacifico. In questo modo la Russia potrà offrire forniture al mercato asiatico (in primis alla Cina, con la quale Mosca ha già siglato un accordo per la fornitura iniziale di 300 mila barili di greggio al giorno per i prossimi 20 anni in cambio della partecipazione finanziaria all’opera), sganciandosi dall’attuale forte dipendenza dall’Europa quale principale acquirente. Allo stesso tempo, l’elevata portata dell’oleodotto (1,6 milioni di barili al giorno), che dovrebbe entrare in piena funzione entro il 2020, determinerà un elevato incremento della domanda che porterà anche allo sviluppo di nuovi campi estrattivi in Siberia.

venerdì 8 gennaio 2010

La Romania introduce una tassa sul fast-food

A marzo entrerà in vigore una legge che applica una tassa sugli alimenti fast-food (panini, dolciumi, merendine, bibite gassate - esclusi i succhi naturali e l'acqua minerale) alle società produttrici. I proventi saranno destinati al ministero della sanità romeno con l'obiettivo di finanziare programmi contro l'obesità, il diabete, l'ipertensione. L'aliquota non è stata ancora definita, e dovrebbe essere decisa di accordo con le imprese interessate. Il governo deve ora redigere la lista dei prodotti alimentari ritenuti suscettibili di tassazione a causa dell'elevato contenuto di sali, grassi, zuccheri e di additivi alimentari.

Call for paper sulla crescita competitiva nell'Est Europa

L'Area studi e ricerche (ASRI) di INFORMEST ha lanciato un'interessante call for paper sulla "LA CRESCITA COMPETITIVA DELLA REGIONE ADRIATICO – DANUBIO – MAR NERO NELLA NUOVA ECONOMIA GLOBALE". La deadline è il 1° marzo 2010. Per maggiori informazioni si veda il bando pubblicato sul sito.