martedì 19 giugno 2012

La School of Economics dell'Università di Turku ha appena pubblicato nel suo Quarterly Baltic Rim Economies un ampio studio sullo stato della Belorussia. I numerosi contributi di esperti (più di una ventina) presentano un approccio multidisciplinare, affrontando aspetti politici, economici e sociali che caratterizzato l'attuale situazione del paese posto tra la UE e la Federazione russa, tenendo in considerazione le difficoltà derivanti dalla situazione politica interna e dalle scelte economiche fatte, e da fattori esogeni, quali i difficili rapporti con la comunità internazionale e la crisi economica internazionale. Alcuni apporti giungono a considerare l'evoluzione a breve e medio periodo, comunque legate al contesto europeo.

Secondo uno studio Bloomberg per l'UNEP - Le rinnovabili tra record e futuro incerto


United Nations Environment Programme logoL'appena pubblicato Report UNEP (United Nations Environment Programme) realizzato da Bloomberg New Energy Finance “Global Trends in Renewable Energy Investments” sullo stato del settore delle energie rinnovabili evidenzia come, nonostante la crisi finanziaria e un difficile processo di transizione del sistema energetico, il 2011 è stato un anno record per gli investimenti nell'energia pulita (257 miliardi di dollari), con un valore ben 6 volte superiore a quello del 2004 e pari al doppio del 2007, ultimo anno pre-crisi.

Secondo lo studio, il 44% della nuova potenza elettrica installata l'anno scorso proviene dalle rinnovabili; nel 2010  era stata il 34%, nel 2004 il 10,3%. Attualmente il sistema delle rinnovabili forniscono il 6% dell'elettricità mondiale, con un importante incremento sul 2010, quando il contributo era stato del 5,1%.
Nel 2011, a trainare la crescita degli investimenti nel rinnovabile è stato il solare, che per la prima volta supera nettamente l'eolico. Il settore è cresciuto del 52% attirando 147 miliardi di investimenti, circa il doppio rispetto all'eolico che con 84 miliardi è sceso del 12% rispetto al 2010. Il 35% degli investimenti in fonti pulite è venuto dai paesi in via di sviluppo (in primis la Cina, seguita dall'India ), e il 65% da quelli sviluppati (Stati Uniti).
Secondo lo studio, i volumi di crescita sono stati raggiunti nonostante la drastica contrazione dei prezzi dei moduli fotovoltaici (del 50%) e delle turbine eoliche (10%).

Secondo le conclusioni, tuttavia, le prospettive non sono del tutto rosee; prevale, infatti, anche alla luce delle difficoltà incontrate dal sistema economico globale e dal conseguente rallentamento della crescita e rischio di contrazione degli investimenti, una forte incertezza delle politiche incentivanti e di supporto sia da parte dei singoli paesi che dell'UE, che pongono seri dubbi circa la possibilità delle energie rinnovabili di poter ridurre il livello delle emissioni globali entro il 2020.

mercoledì 6 giugno 2012

Stato dell'economia dei Balcani. un Rapporto della Banca mondiale


Il secondo rapporto della Banca mondiale sullo stato dell’economia dei sei paesi sud-est europei non ancora membri UE (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia) (SEERER), evidenzia la netta contrazione delle dinamiche di crescita. Alla crescita media della regione del 2,2% del 2011, le previsioni indicano in un probabile dimezzamento la possibile crescita per quest’anno.
Le fragili condizioni economiche dell’eurozona hanno esercitato un freno sull'attività economica e una riduzione delle entrate governative in tutti i paesi. Alla luce dell’elevato indebitamento pubblico e delle pressioni dei mercati, tutti i paesi sono alle prese con importanti programmi di risanamento del bilancio. Il settore finanziario dei sei paesi rimane relativamente ben posizionato, ma i rischi restano elevati, soprattutto in considerazione di un crescente rischio di ulteriore contagio della crisi greca.
Nonostante le misure adottate al rafforzamento del settore bancario in ottica di un più ampio e articolato supporto all’intero sistema economico e produttivo-paese, non vanno sottovalutate le crescenti difficoltà derivanti dalla situazione sociale; i sei paesi balcanici stanno infatti vivendo i più elevati tassi di disoccupazione e di povertà d’Europa. La debolezza della crescita durante la fase di ripresa 2010-11 ha presentato in piena luce il problema dell’occupazione, con un’espansione della disoccupazione e una maggiore vulnerabilità del la classe media.
In considerazione dell’attuale fase congiunturale, la Banca mondiale sostiene la necessità di urgenti riforme strutturali che favoriscano la ripresa e l’occupazione, in termini di sviluppo economico-commerciale e finanziario, riforme del mercato del lavoro e del pubblico impiego. Secondo la Banca, inoltre, alla luce di quanto avvenuto in precedenza per gli altri paesi est europei candidati entrati nell’UE, questi paesi devono poter beneficiare del cosiddetto “treno di convergenza” europeo.

(Elaborato dalla Press Release della WB del 5 giugno 2012)

lunedì 4 giugno 2012

A luglio ripresa dei negoziati sul futuro della Transnistria

Si sta avvicinando il nuovo appuntamento dei negoziati sul futuro della Transnistria. A luglio, infatti, si ritroveranno a Vienna attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di Moldova e Transnistria quali parti in causa, i moderatori (OSCE, Russia, Ucraina) e gli osservatori (UE e Stati Uniti). Moderate paiono al momento le attese, dopo la delusione della fase precedente che, dopo un nulla di fatto, ha visto un congelamento dei negoziati per ben sei anni. Un iter rilanciato lo scorso novembre 2011, cui ha fatto seguito ad aprile un accordo relativo ai principi e alle procedure da seguire nei negoziati.
Nel frattempo in Transnistria è venuto meno il regime di Smirnov che durava dalla proclamazione dell'indipendenza e la Moldova ha evidenziato una progressiva stabilizzazione politica con la recente elezione del nuovo presidente della repubblica dopo alcuni anni di impasse.
Difficile che si giunga facilmente a una soluzione definitiva, vista anche l'intenzione russa di confermare la sua presenza militare nella provincia secessionista in termini di peace-keeping; tuttavia, alla luce di quanto avvenuto in precedenza, anche un proseguimento di un dialogo potrebbe rappresentare un passo avanti.