venerdì 25 febbraio 2011

Ancora sui rigassificatori

Con lo scoppio della crisi libica e' ripartita l'opera mirante il sostegno a prescindere della realizzazione dei terminali di gas liquido (in attesa che il governo ci ripropini le centrali nucelari sotto casa). 12 centrali on e off-shore lungo le nostre coste, con ancor difficilmente individuabili conseguenze sull'ambiente marino.
Ma le stesse persone si sono ben guardate dal considerare la provenienza del GPL; infatti, i maggiori produttori di gas liquido sono tutti concentrati nel Golfo Persico, in questo momento un'area tutt'altro che stabile politicamente e dalle prospettive future ancor piu' preoccupanti. Inoltre, le gasiere devono per forza attraversare il canale di Suez (un'altra area "tranquilla"....)... il quadro non mi sembra molto roseo...

Alzo lo sguardo e vedo un sole stupendo; possibile che non lo si possa proprio usare ????? ma forse l'astro che ci illumina e riscalda non produce utili sufficienti...

lunedì 21 febbraio 2011

L'onda lunga della rivolta nella regione Mediterranea

L'onda lunga della rivolta si estende nel Mediterraneo. Per ora ha interessato soprattutto la sponda meridionale, ben presto arrivera' anche in Europa. L'Est e' destinato a risentirne ampiamente, troppi sono i paesi "a rischio', dalle precarie stabilita' e democrazia. L'insofferenza sociale e politica ormai rasenta i limiti, le promesse ripetute dei governanti sono rimaste parole e, al contrario, il malgoverno e la corruzione sono diffusi e imperanti. La gente e' pronta a sostenere e a partecipare a una protesta di piazza, spontanea e de-politicizzata, chiedendo piu' giustizia, pane e lavoro. Gli stessi partiti di opposizione sono per lo piu' esclusi dai moti di protesta, la rivolta parte acefala (e questo puo' risultare un limite). e risulta anche de-ideologizzata, senza piu' proclami.
In Albania e il Serbia il fuoco cova sotto le ceneri, in Macedonia il mondo politico e' paralizzato, per Kosovo e Bosnia Erzegovina al momento c'e' soltanto il coperchio occidentale a frenare lo scoppio di dinamiche incontrollabili - finche' regge. Basta aspettare.... ora e' ormai troppo tardi per porre rimedio.
Un elemento di speranza e', per altro verso, l'assenza di potenziali derive estremiste cosi' come si teme possa invece succedere nel mondo arabo; ne' vi appaiono, in questi paesi, forme di nazionalismo conservatore (forse con la sola eccezione della Bosnia Erzegovina) capace di condizionare o di prendere il controllo della politica nazionale (ma in Bosnia gia' lo fanno e sono loro a rischiare).

venerdì 18 febbraio 2011

Corridoio Adriatico-Baltico: Trieste rischia l'esclusione

L'appuntamento di un meeting di un progetto europeo sul corridoio adriatico-baltico (SONORA) in svolgimento in questi giorni a Trieste ha dato l'occasione anche di parlare del ruolo del porto di Trieste quale terminale per l'area centro-europea. Come tuttavia spesso accade negli ultimi tempi, i rappresentanti regionali hanno continuato a parlare della (giusta) rilevanza strategica della nostra regione FVG rispetto al bacino Nord Adriatico (e alle sue potenzialita' marittime di connessione con le sponde lontane a favore della regione centro-europea in diretta concorrenza con il sistema portuale Nord europeo belga/olandese/tedesco/polacco/baltico, senza tuttavia porsi il problema numero 1, e cioe' le reali possibilita' della struttura triestina e il suo concreto sviluppo (capacita' ? volonta' ?). Tra l'altro, cio' e' avvenuto con una reale assenza dei rappresentanti della stessa autorita' portuale triestina, mentre quelli dei porti di Koper/Capodistria e di Venezia (tutti presenti) hanno presentato con efficacia le rispettive strategie di sviluppo nel breve-medio termine.
Mentre i porti vicini crescono sia strutturalmente che in termini di volume di transiti, Trieste soffre la pressione politica e le dispute circa il suo futuro eventuale status di superporto regionale, rimanendo immobile.
Il fatto innegabile, cui molti in FVG non vogliono capacitarsi, e' che con il prossimo sviluppo del corridio adriatico-baltico, destinato in primavera a diventare di fatto UNA PRIORITA' EUROPEA e a essere aggiunto nella nuova fotografia del network europeo TEN-T che Bruxelles sta preparando, lo sviluppo dei traffici avverra' in futuro a ogni modo da/per il bacino Nord Adriatico, ma che questi flussi potrebbero tranquillamente anche prendere direzioni diverse da quella triestina, favorendo nettamente Venezia e Koper che gia' si stanno adeguando alla nuova realta'.
Trieste vedra' sfuggirgli i traffici, e non gli rimarra' che il rimpianto dell'occasione persa..... e l'ennesima ricerca di a chi addossare le colpe.

domenica 6 febbraio 2011

Un nuovo 1989 ?

E' come se fosse iniziata una nuova epoca, come se stesse per ripetersi il momento del 1989 quando caddero i regimi dell'Est nel giro di qualche mese. Soffia nuovamente lo stesso vento che porta democrazia: Tunisia, Albania, Egitto, adesso anche la Serbia, senza scordare il magma che cova in altri paesi vicini (Romania, Bosnia, Ucraina....). Stati guidati da nomenclature corrotte, fortemente clielentarie, che si sono illuse di poter sopravvivere con la benevolenza di ambienti politici occidentali. Invece l'opinione pubblica e' stufa, ha detto basta. E, ancora una volta, i sistemi dei partiti politici sono stati presi alla sprovvista, dimostrando la loro vetusta' e incapacita' di affrontare i bisogni delle persone. Attenzione, questo vento puo', prima o poi, interessare anche altri paesi i cui governanti non sono in grado di risolvere i problemi e ad attuare vere politiche di riforma: Belgio, Grecia, Italia, sono per primi a rischio.