sabato 29 giugno 2013

Il gas azero rinuncia al Nabucco

La società energetica austriaca OMV ha annunciato che il consorzio di cui fa parte che opera nello Shah Deniz (SDC), il più grande giacimento di gas dell'Azerbaijan, ha rinunciato all'oleodotto  Nabucco quale percorso per il gas azero verso l'Europa. La notizia è stata confermata anche dalla BP, il principale azionista di SDC.

La via prescelta per le forniture di gas verso i mercati dell'Europa occidentale e centrale sarebbe il Trans Adriatic Pipeline (TAP), attraverso Grecia (da Kipoi, al confine con la Turchia), Albania e Italia (San Foca, in Puglia), della lunghezza di 870 chilometri.

La portata dell'infrastruttura di TAP è di 10 miliardi di metri cubi, che dovrebbe essere raddoppiata, con interventi necessari per circa 1,5 miliardi di dollari ma comunque rimane ancora la più conveniente. il previsto raddoppio dovrebbe permettere in un secondo momento anche puntare al soddisfacimento della domanda di gas dei paesi dell?Europa sud-orientale.



(c) OSW 2013


Gli azionisti dell'oleodotto TAP sono AXPO (Svizzera - 42,5%), STATOIL- 42,5% (Norvegia - 42,5%, che detiene anche quote del consorzio Shah Deniz) e E.ON Ruhrgas (Germania - 15%). Secondo un accordo stipulato nel novembre 2012, Socar (Azerbaijan), BP e Total hanno la possibilità di acquisire il 50% delle azioni del progetto TAP non appena definito il  percorso per il trasporto del gas azero.

Le prime forniture di gas dall'area di Shah Deniz sono in programma per il 2019.

giovedì 27 giugno 2013

Lanciata la nuova campagna UE di informazione sui diritti del passeggero



La Commissione europea ha lanciato una nuova campagna della durata biennale per informare le tante persone che si preparano alle vacanze estive dei loro diritti e renderle consapevoli delle modalità per farli valere. Da adesso, i turisti in viaggio nell’Unione europea saranno pienamente tutelati da un insieme di diritti del passeggero, indipendentemente dal mezzo di trasporto scelto (aereo, treno e da ora anche nave, autobus o pullman).

Secondo le indagini Eurobarometro del 2009, ben il 66% degli europei non sa quali siano i propri diritti contrattuali al momento dell’acquisto di un biglietto. 

Una app di supporto è disponibile per per le principali piattaforme mobili, in 22 lingue dell'UE e per tutte le modalità di trasporto.

EUROSTAT presenta la fotografia del 28° paese UE

Alla vigilia dell'entrata della Croazia nell'Unione europea (prevista il 1° luglio prossimo), EUROSTAT ha appena pubblicato una scheda con i principali indicatori socio-economici del paese balcanico (vedi link). Di interesse anche il confronto con i dati medi di EU27 e EU28.

venerdì 21 giugno 2013

Per la Banca mondiale i Balcani sono in ripresa ma la via resta lunga e ardua

L'ultimo Regular Economic Report della Banca mondiale sui Balcani occidentali (From double-dip recession to fragile recovery) di metà giugno presenta una fotografia di una regione in ripresa. Le previsioni economiche per il 2013 vedono una crescita media del 1,7% per i sei paesi, con una punta di +3% per il Kosovo e +2% per la Serbia, il principale mercato dell'area, con prospettive positive per il proseguo nel 2014 e oltre.

Permangono a ogni modo le cautele alla luce delle dinamiche esterne in atto e della situazione interna che vede livelli elevati di disoccupazione (con una media di quasi il 23% secondo la WB, ma che sale a oltre il 50% per la fascia giovanile) e difficoltà nella ripresa economica nel breve.

La WB indica come supporto necessario alla crescita socio-economica dell'area SE una politica di celeri riforme che preveda, tra l'altro, un proseguo del consolidamento finanziario, un miglioramento dell'ambiente imprenditoriale e una implementazione delle capacità produttive intervenendo sul sistema educativo e della formazione produttiva.

giovedì 20 giugno 2013

Albania alle urne. Fine dell'era Berisha ?

Anche in Albania soffia aria di cambiamento. L'era di Sali Berisha, che ha caratterizzato molti anni del paese dal crollo del regime di Hodzha, pare stia esaurendosi. A pochi giorni dal voto politico per il rinnovo del parlamento (il 23 giugno) i sondaggi nazionali (confermati nella tendenza da un analogo sondaggio svolto dall'Istituto italiano di Nicola Piepoli) danno il partito democratico del premier Berisha al 31%, mentre il principale antagonista, il partito socialista guidato da Edi Rama, avrebbe oltre il 40% del sostegno degli elettori albanesi. Il partito socialista per l'integrazione di Ilir Meta, terza forza politica del paese, che in quest'ultima legislatura aveva sorprendente mente raggiunto un accordo di governo proprio con Berisha, ha deciso di sciogliere il patto e si è accordato con i socialisti di Rama.

L'attuale situazione interna al paese sta incidendo sulle scelte nell'urna, risentendo anche sempre di più della congiuntura internazionale: l'economia di fatto ristagna, la disoccupazione resta elevata, il processo di privatizzazione non ha dato i risultati sperati, al contrario. E anche sul piano politico le scelte fatte dai candidati hanno avuto il loro ruolo, mentre Berisha si è arroccato ancora su posizioni propagandistiche sempre più nazionalistiche (anche per rallentare la crescita di movimento di ultra-destra) miranti al pan-albanismo, destando entusiasmo sopratutto tra i suoi sostenitori di etnia albanese al di fuori dei confini del paese (e quindi non votanti - Kosovo e Macedonia), con crescenti preoccupazioni degli ambienti occidentali ed europei nello specifico (pur avendo Bruxelles concesso al paese lo status condizionato di paese candidato lo scorso ottobre 2012), il socialista Rama ha saputo rinnovarsi, riproponendo sì politici già noti, ma adottando una linea politica più prammatica, moderna, filo-europea (rinominando anche la coalizione di centro-sinistra che guida in Alleanza per un'Albania europea), più consona e vicina alle necessità degli albanesi.

Di fatto, due albanesi su tre sono insoddisfatti della situazione del loro paese e dichiarano di aver visto peggiorare il loro stato negli ultimi anni, contro un appena 7% dei elettori che sarebbero soddisfatti del loro tenore di vita. In queste valutazioni, occorre tuttavia tenere conto che persiste una forte disparità territoriale, urbano/rurale contrapposizione tra conservatorismo e riformismo che si farà sentire concretamente nel voto riducendo la differenza. La preoccupazione che sta crescendo nelle ultime ore è legata alla partecipazione al voto; è alto il senso di disillusione tra gli elettori albanesi, e sarebbe in forte crescita l'ipotesi di un voto in bianco o nulla come segno di protesta. E' stato persino costituito un movimento civico di protesta denominato Voto bianco che ha avuto rapidamente grande rilievo attraverso i social network nazionali, creando un interessante dibattito interno sull'opportunità e l'efficacia di esprimere il dissenso in questo modo. Il movimento ha assunto come inno una canzone dal titolo Stufi di voi (Mjaft më me ju), il cui video che spopola su YouTube inizia con una dichiarazione di Giuseppe Fava sui rapporti tra potere-politica-mafia.

martedì 4 giugno 2013

Fine della crisi in Moldova. Ecco il nuovo governo nel segno della continuità

La fase di crisi politica in Moldova determinata a marzo dal voto di sfiducia al premier Vlad Filat si è conclusa con la nomina di un nuovo primo ministro con una larga fiducia (77 su 101 voti). Si tratta di Iurie Leanca, un suo alleato di maggioranza e di partito, e sino ad allora ministro degli esteri. Dopo la sfiducia aveva operato ad interim in qualità di premier.

La scelta si è avuta dopo un nuovo sollecito da parte del presidente della repubblica Nicolae Timofti affinché si giungesse a una soluzione che ponesse fine all'instabilità politica nel paese, allontanando definitivamente il rischio di nuove elezioni, invocate dall'opposizione del Partito comunista, partito di maggioranza relativa nel parlamento moldavo ma politicamente isolato.

Si può quindi considerare la sua elezione in linea con la continuità definita dal paese negli ultimi anni; una politica moderatamente filo-Unione europea, ma senza anche una particolare attenzione nei confronti della partnership russa ed ex-sovietica (in primis l'Ucraina). Comunque, tra le prime dichiarazioni di Leanca, vi è stata la conferma dell'intenzione di presentare a novembre la richiesta di siglare un accordo di associazione con l'UE.