mercoledì 13 gennaio 2010

La Russia diversifica le forniture di petrolio puntando ai mercati asiatici

Mentre l’Europa si preoccupa di quanto il problema energetico possa influire sulle relazioni con Mosca, la Russia diversifica i suoi interessi di principale fornitore mondiale di idrocarburi. A fine 2009 è stata inaugurata la prima sezione dell’oleodotto di quasi 5.000 chilometri (dal costo complessivo di oltre 12 miliardi di dollari) che porterà il greggio russo sino al terminal di Kozmino, vicino alla città di Nahodka, sul Pacifico. In questo modo la Russia potrà offrire forniture al mercato asiatico (in primis alla Cina, con la quale Mosca ha già siglato un accordo per la fornitura iniziale di 300 mila barili di greggio al giorno per i prossimi 20 anni in cambio della partecipazione finanziaria all’opera), sganciandosi dall’attuale forte dipendenza dall’Europa quale principale acquirente. Allo stesso tempo, l’elevata portata dell’oleodotto (1,6 milioni di barili al giorno), che dovrebbe entrare in piena funzione entro il 2020, determinerà un elevato incremento della domanda che porterà anche allo sviluppo di nuovi campi estrattivi in Siberia.

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