venerdì 2 marzo 2012

Putin potrebbe non farcela al primo turno delle elezioni presidenziali

Come già anticipato in un mio tweet, ho qualche dubbio circa la possibilità di Putin di riuscire a diventare il nuovo presidente della repubblica russa sin dal primo turno, il 4 marzo prossimo. Troppe le variabili difficilmente controllabili. Qui ne consideriamo solo alcune:

  1. la sua campagna elettorale gestita di rimessa, forse troppo sicuro del suo comunque solido vantaggio, grazie al controllo del sistema-paese;
  2. le scarse credenziali del suo unico vero antagonista, il neo-comunista Zuganov, che se da una parte riesce a canalizzare l'esteso malcontento delle fasce più deboli della società russa, è troppo legato al passato e su posizioni nazionalistiche con derive sciovinistiche e anti-occidentali;
  3. la parcellizzazione della componente riformista; quest'ultima, pur in progressiva espansione, continua a essere penalizzata dal suo essere strutturato in troppi partiti/movimenti e di una collocazione che al momento favorisce principalmente solo alcuni grandi centri del paese oltre alla capitale. Pur essendosi manifestata nelle piazze in maniera evidente in special modo nelle ultime settimane, appare comunque debole e frammentata, priva di una linea programmatica comune e di un unico leader di riferimento. 
Proprio quest'ultimo punto rischio di rivelarsi determinante se, come ipotizzato da più parti, la scelta nell'urna degli elettori moderati potrebbe alla fine favorire proprio Putin nella scelta finale su Zuganov. Ma ciò potrebbe avvenire al secondo turno, dove il ballottaggio è secco. Il 4 marzo, invece, è presumibile una marea di piccoli partiti dal simile orientamento politico, in ordine sparso, alle spalle (lontani) dei due colossi politici russi.  

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