venerdì 24 luglio 2009

Energia rinnovabile. Sì ma come, e soprattutto dove?

Una notizia pubblicata dalla stampa nazionale su nuove forme di sistemi di produzione di energia eolica (dei "coni" al posto delle classiche pale) mi ha portato a uno scambio di considerazioni con un blog-nauta relativamente alle possibilità di giungere all'introduzione di energie alternative su larga scala. Questi ha asserito la rilevanza - fortemente limitativa - delle scelte fatte per lo più secondo il cosiddetto atteggiamento NIMBY (Not in my backyard => Sì, ma non nel mio giradino ...) posizioni purtroppo facilmente individuabili nella nostra società. Si è anche disposti all'innovazione nelle sue varie forme, ma purché venga attuata altrove. Ma così non si va da nessuna parte; è una non-scelta, peggio ancora di una scelta errata. Occorre educare la gente alle scelte comuni, in maniera oggettiva, abituarla a condividere opinioni e responsabilità in tutte le azioni quotidiane della società. Per altro verso, la nostra comunità deve compiere un passo decisivo in direzione di un approccio realmente olistico ed innovativo in termini di definizione dei parametri in cui operare: quadro normativo, sistema operativo, capacità tecnologiche, ecc.. In altri paesi lo stato attraverso i suoi eletti produce e realizza simili framework a supporto dello sviluppo della società. Ho in mente il riferimento all'esempio della cosiddetta compensazione ecologica (un tema su cui intendo tornare, vista l'importanza) che in Germania soprattutto (andare a vedere per credere alle disposizioni e alla normativa del Land bavarese), ma anche in altri paesi europei (Belgio ed Olanda in primis), oltre che negli USA, prevede di definire per legge l'obbligo di una compensazione materiale (quindi non monetaria) alla comunità per ogni intervento infrastrutturale (edifici, fabbriche, strade...) che prevede un qualsiasi "danno ambientale" con ripercussioni sociali. una scelta semplice, ma di grande portata sociale, con evidenti benefici per tutti. E' solo un esempio, ma serve ad indicare quale deve esser la direzione da seguire: quella di una com-partecipazione, non quella degli individualismi.

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