mercoledì 27 novembre 2013

Vertice UE a Vilnius con i paesi del partenariato orientale

Oggi e domani si svolge a Vilnius, in Lituania, il terzo vertice del partenariato orientale (PO/EP) tra i capi di stato e di governo dei 28 Stati membri UE con quelli di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina.

Il vertice rischia di essere fortemente depotenziato rispetto agli obiettivi iniziali, poiché dopo l'annuncio della scorsa settimana del governo del'Ucraina di non voler rinviare la firma l'accordo di associazione con l'Unione europea, forti pressioni interne stanno avendo luogo anche in Moldova affinché anche la sua leadership rinvii ogni decisione. Le proteste di piazza  svoltesi negli scorsi giorni sono state guidate dall'opposizione comunista (il partito comunista è all'opposizione dal 2009). 

Tuttavia, a differenza di quanto successo in Ucraina, queste manifestazioni paiono più rivolte contro l'attuale governo di Iuri Leanvca (accusato di malgoverno e di corruzione) e con richieste di ricorso al voto che contro un avvicinamento all'UE.


sabato 23 novembre 2013

Il Parlamento europeo: approvato il nuovo network TEN-T

Nell'ambito del voto del bilancio UE 2014-2020, lo scorso 19 novembre il Parlamento europeo ha approvato definitivamente anche lo schema delle nuove mappe che delineano i nove grandi corridoi transeuropei che fungeranno da spina dorsale per il trasporto nel mercato unico europeo e i collegamenti Est-Ovest. Si tratta della revisione dei progetti TEN-T (rete comprendente strade, ferrovie, aeroporti, porti, acque interne/canali) più radicale dall'istituzione della politica infrastrutturale europea nel 1980.

Il Parlamento ha inoltre deliberato di triplicare i finanziamenti comunitari per le infrastrutture di trasporto per il periodo 2014-2020 a un totale 26,3 miliardi di euro.

lunedì 23 settembre 2013

Nuovi mercati energetici per la Russia. Mosca quarda a Est

La Russia sta sempre più  orientandosi verso nuovi mercati. Le sue forniture energetiche non avranno più come obiettivo prioritario l'Europa (e l'UE in particolare), bensì il mondo asiatico. Oilprice.com annuncia con enfasi come l'alternativa sia andata delineandosi durante i recenti colloqui svoltisi a Mosca tra i rappresentanti russi di Gazprom e Novatek e quelli della China National Petroleum Company e oil & gas (CNPC). Ne e' derivato un accordo per la vendita di risorse siberiane di greggio e gas al mercato cinese. Il vantaggio per Mosca sta negli ampi investimenti che Pechino ha avviato con il nuovo programma di diversificazione energetica che favorira' l'importazione di combustibili dalla Russia. Parte di questi investimenti rappresentano acquisizioni di quote della stessa societa' russa Novalek che possiede i pozzi della regione di Yamal dai quali verra' estratto il gas destinato alla Cina.

Manca solamente l'accordo sul prezzo dei combustibili fossili, un elemento che desta preoccupazione nei mercati occidentali, poiché  un accordo di favore tra le due parti (russa e cinese) finirebbe inevitabilmente con l'avere conseguenze sul mercato internazionale degli idrocarburi.




(c) http://oilprice.com


La firma di questo accordo può essere la risposta all'adozione da parte UE nel 2009 del Terzo pacchetto legislativo sull'energia (Third Energy Package”) che aveva cercato di porre un freno allo squilibrio energetico esistente tra domanda interna UE e offerta russa in termini energetici (Mosca e' il principale fornitore di gas), introducendo delle misure politiche a danno delle imprese energetiche russe.

martedì 10 settembre 2013

Le sovvenzioni UE alzano i prezzi degli oli vegetali

Secondo lo studio JRC (Joint Research Centre) dell'Unione europea Impacts of the EU biofuel policy on agricultural markets and land use appena pubblicato, le sovvenzioni dell'UE alla produzione di biocombustibili faranno sì che il prezzo degli oli vegetali (per il 60% derivanti dalla produzione di palma e soia) aumenti nel 2020 del 50% nel mercato UE e del 15% nel mercato mondiale, con gravi conseguenze sul mercato. Attualmente, in Europa oltre la metà degli oli vegetali sono destinati alla produzione di biodiesel (ma a livello mondiale la quota scende al 17%).

Gli incentivi assumono un aspetto negativo, poiché in questo modo i produttori preferiscono la produzione di biocombustibili a discapito di quella degli oli alimentari, con conseguenze inflative non solo sul prezzo del singolo prodotto ma anche sul prezzo dell'intero comparto alimentare.

Il problema delle sovvenzioni si pone alla vigilia del voto del Parlamento europeo sulla conferma dei sussidi concessi alle imprese del settore del biodiesel dal 2008 che ora, dopo considerevoli investimenti compiuti negli ultimi anni, vorrebbero vedere prorogati.

Il Comitato per l'ambiente del PE ha tuttavia votato a luglio l'adozione di una quota del 5,5% dei prodotti vegetali da destinarsi alla produzione energetica a seguito di una valutazione ambientale che sottolinea il rischio dei biocombustibili nella produzione di gas serra, persino peggiore rispetto ai combustibili fossili a causa del fenomeno noto come indirect land-use change (ILUC).

sabato 7 settembre 2013

GCR 2013-14. Innovazione e stabilità istituzionale alla base della competitività economica

Il nuovo Global Competitiveness Report 2013-2014 appena pubblicato dal WEF (World Economic Forum) presenta uno status aggiornato dello sviluppo della competitività economica di 148 paesi del pianeta.

Innovazione e stabilità dei sistemi istituzionali vengono evidenziati quali fattori che maggiormente possono influenzare la competitività economica di un sistema-paese.

Secondo il Report, l'Indice globale di competitività vede al primo posto la Svizzera per il quinto anno consecutivo, davanti a Singapore e Finlandia (terza). Migliora la Germania (ora quarta), così come gli Stati Uniti che riconquistano il quinto posto dopo alcuni anni di progressivo arretramento a danno della Svezia). Hong Kong migliora e diventa 7° a spese dell'Olanda. Nono posto per il Giappone.

(c) GCR 2013-2014

L'ITALIA si colloca solamente al 49° posto, in peggioramento (2012: 42°), peggio di Spagna (35°) ma appena meglio del Portogallo (51°), fortemente penalizzata dal ranking di parametri quali la stabilità istituzionale (solo 102° su 148 paesi considerati), quella economica (101°/148), efficienza del mercato del lavoro (137°/148) e sviluppo del mercato finanziario (124°/148).

Secondo i risultati del GCR 2013-2014, i principali fattori limitanti allo sviluppo del business in Italia sono risultati il livello dei tassi di interesse (per il 22,5%), l'accesso ai finanziamenti (il 18,6%), la burocrazia e l'inefficienza della pubblica amministrazione (17,1%) e il quadro  normativo restrittivo del mercato del lavoro (9,3%).

L'Italia si colloca al 9° posto per il valore del PIL prodotto (2.014 miliardi $), ma solamente al 26° per il rapporto PIL/procapite (33.115 $).

mercoledì 28 agosto 2013

ICE: Fotografia negativa dell'export 2012 del FVG

Il rapporto annuale sul commercio estero dell’ICE l'Italia nell'economia internazionale 2012-2013 evidenzia la considerevole flessione dell'export del Friuli Venezia Giulia anche nel 2012; li flussi hanno evidenziato un netto calo rispetto al 2011, pari all'8,9%. Il valore è sceso a 11,5 miliardi di euro, mentre la quota sul totale delle esportazioni italiane ha raggiunto il livello minimo dell'ultimo quinquennio.

La flessione ha interessato in varia misura tutte le province a eccezione di quella di Gorizia che ha visto un seppur lieve incremento dell’export (+1%). Il capoluogo regionale Trieste ha invece evidenziato il calo più rilevante, oltre il 25%. 

Le esportazioni del FVG sono diminuite verso quasi tutte le aree geografiche con l’esclusione dell'America settentrionale e dell'Asia orientale (rispettivamente +5,1 e +3,2%), beneficiando dei flussi di prodotti siderurgici. Ridotte anche il valore delle esportazioni destinate all’UE (-4,4%), conseguenza soprattutto dell'indebolimento della domanda di Germania e Francia, due tra i primi tre mercati esteri per la regione (primo e terzo), mentre in crescita sono risultati i flussi verso alcuni altri paesi membri UE (Austria, Regno Unito, Polonia). Peggiorati anche i valori delle vendite in mercati importanti quali Russia e Cina (contrazione di circa il 30% per entrambi). 


Da un punto di vista merceologico, il Rapporto ICE sottolinea come l’andamento negativo delle esportazioni abbia interessato quasi tutti i principali comparti produttivi in cui il FVG è tradizionalmente all’avanguardia, penalizzati dal calo dei flussi verso i mercati comunitario ed asiatico: meccanica, mobile, navale/cantieristica. Incrementi sono stati registrati solo per il ramo elettrodomestici e soprattutto per i servizi (quest’ultimo ben +22,1).

martedì 27 agosto 2013

Indice della competitività regionale nell'UE 2013

La DG UE per le politiche regionali ha pubblicato ad agosto l'Indice di competitività regionale (ICR) 2013 (il precedente è datato 2010), per misurare le variazioni nella dimensione della competitività a livello regionale nei paesi dell'Unione europea, secondo i parametri in uso dal WEF per il suo Indice globale di competitività.

L’ICR 2013 rivela una fotografia dei punti di forza e di debolezza delle singole regioni NUTS-2 dell’UE delineando la dimensione regionale della competitività. Il quadro complessivo non si discosta di molto dalla fotografia scattata nel 2010.



Il più elevato livello di competitività appartiene alla regione di Utrecht, seguita dall'area di Londra, dallo Oxfordshire e dalla regione di Stoccolma. Ben sette delle prime dieci aree della graduatoria (tutte collocate nelle regioni settentrionali - la più meridionale è l'Ile de France) sono caratterizzate dalla presenza di grandi centri urbani e/o metropolitani. Per contro, nella parte bassa sono presenti alcune delle regioni del sud-est europeo (di Grecia, Romania, Bulgaria).



Lo studio denota da forte disparità regionale all'interno degli stati. Le regioni leader del ranking a livello nazionale sono quasi sempre anche quelle in cui si trova la capitale; fanno eccezione la Germania e l'Italia.

La Lombardia è la prima regione italiana nel ranking, ma si colloca appena al 128° posto (su 262 regioni considerate) davanti all'Emilia Romagna (141). 157° è il Friuli Venezia Giulia, dietro anche a Lazio, provincia di Trento e Liguria. Complessivamente, l'Italia si colloca al 18° posto (su 28 paesi). Nella graduatoria 2010 era decima.