martedì 19 marzo 2013

Intervento UE a contenere la crisi politica macedone


L'intervento della troika dell'UE (il Commissario per l'allargamento Stefan Fule, il relatore dell'EuroParlamento Richard Howitt e l'ex presidente dell'EP Jerzy Buzek) ad inizio marzo pare abbia almeno momentaneamente disattivato la crisi politica in atto in Macedonia, esplosa a fine 2012, quando un ricorso all'uso della forza all'interno dell'Assemblea nazionale macedone aveva fatto temere un colpo di stato da parte delle forze nazionaliste del VMRO-DPMNE guidate al governo da Nikola Gruevski.

Ciò avveniva in un momento delicato, in cui la crisi economica internazionale si rifletteva pesantemente sul sistema economico-produttivo macedone, e lo stesso governo veniva accusato di una gestione inefficiente del bilancio pubblico, con elevati sprechi giustificati - tra l'altro - dalla realizzazione di progetti architettonici faraonici nella capitale tesi alla rivalutazione del passato storico del paese, anche in chiave anti-ellenica.

Le forti proteste di piazza sorte da allora avevano fatto temere per un possibile aggravamento della situazione, con l'opposizione guidata dal socialista Branko Crvenkovski che invitava alla disobbedienza civica. Un momento di certo delicato, proprio mentre nella vicina Albania si rialimentavano idee legate alla "Grande Albania", con il rischio di annessione dei territori limitrofi abitati dagli albanesi.

La minaccia di boicottare le elezioni municipali previste per il 24 marzo prossimo in caso di un rifiuto anche di elezioni politiche anticipate hanno portato Bruxelles a intervenire per redimere il conflitto, anche in considerazione dell'approssimarsi della seduta del Consiglio europeo del 14 marzo in cui sarebbe stata valutata la richiesta di apertura dei negoziati per l'adesione della Macedonia all'UE (il paese è in attesa di una risposta dal 2005 a causa della disputa con la Grecia sul nome).

Grazie a Bruxelles, l'accordo tra le parti prevede nuove elezioni anticipate (entro l'estate) e un'inchiesta sui fatti di dicembre 2012, in cambio di un regolare svolgimento del voto per il rinnovo dell'amministrazione locale.

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