giovedì 27 febbraio 2014

A Praga tornano i social-democratici. Fine dell'euroscetticismo

Dopo un lungo periodo di "gestazione" dall'incarico ottenuto il 17 gennaio scorso (le elezioni si erano svolte a fine ottobre 2013), il nuovo governo ceco guidato da Bohuslav Sobotka ha avuto la fiducia del Parlamento il 18 febbraio. Si tratta del primo governo di centro-sinistra (a guida social-democratica), dopo un periodo in cui si erano succeduti diversi governi di centro-destra, tutti caratterizzati da una posizione fortemente euroscettica.

Gli equilibri parlamentari rimangono deboli; la maggioranza composta con alcune forze moderate è limitata, con appena 100 voti (su 200 disponibili), beneficiando nelle urne dell'astensione dei neocomunisti del KSCM (33 rappresentanti) e dell'abbandono dell'aula dei rappresentanti del movimento populista Alba della democrazia diretta.

Il programma del nuovo governo è incentrato sulla ripresa economica e la creazione di posti di lavoro, pur in una logica di controllo della spesa pubblica e di rispetto del mantenimento del deficit pubblico entro la soglia del 3% del PIL.

Ancor più interessante è tuttavia l'annunciata rottura con i precenti esecutivi di Praga e l'apertura nei confronti dell'Europa; Sobokta ha già annunciato la prossima firma del Trattato di Stabilità siora congelata e la futura adesione all'eurozona con l'adozione dell'euro quale moneta nazionale al posto della corona.



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