lunedì 27 maggio 2013

Crescente preoccupazione della comunità dell'Alta valle della Sava per l'attraversamento del South Stream

Mentre sono affondate le residue speranze del progetto energetico Nabucco, prosegue la costante pressione politica svolta da Mosca sui paesi-partner interessati dal progetto South Stream per un gasdotto dalle aree estrattive della Russia al Centro-europa sotto al Mar Nero  (anche con un crescente esborso finanziario da parte russa (vedi l'impegno per la tratta sul territorio serbo), allo scopo di contrastare l'avversione espressa dall'Unione europea per l'opera. 
Allo stesso tempo, però, stanno sorgendo alcuni problemi a livello locale, in un'area strategica confinaria, lungo il percorso che dalla Slovenia dovrebbe portare in Italia, da dove il gasdotto si dovrebbe collegare sia alla rete italiana che a quella austriaca (TAG). 

(c) Gazprom

Infatti, dopo la Valcanale e il comune di Tarvisio lo scorso anno, insorti alla pubblicazione del previsto tracciato del megaprogetto dal sito di Gazprom, ora anche la comunità della vicina valle slovena di Kranjska Gora dopo le preoccupazioni espresse in sintonia con i rappresentanti del tarvisiano ha ora decisamente iniziato a osteggiare apertamente il progetto. Le ragioni addotte sono di tipo prevalentemente ambientale, tenuto presente che il territorio in questione è interessato dal parco nazionale del Triglav (in Slovenia) un'area protetta di Natura 2000, e che l'economia  dell'area si basa principalmente sul turismo. La realizzazione di un'opera infrastrutturale come il South Stream rischierebbe quindi di avere un grave impatto con pesanti conseguenze per gli abitanti dell'Alta valle della Sava.

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