A fine settembre, come atteso, la Corte costituzionale della Moldova ha rigettato la proposta di introdurre modifiche all'elezione del presidente della repubblica per semplice legge bypassando la procedura prevista dalla Costituzione. Il tentativo da parte della coalizione ora al governo Alleanza per l'integrazione europea (AIE) di forzare i fragili equilibri parlamentari per giungere alla nomina del nuovo presidente, carica rimasta vacante da ormai alcuni anni, è fallito. I numeri attuali impediscono una scelta (servono 61 voti - i 3/5 dell'assemblea, la maggioranza ne ha solo 58) per il costante no del Partito comunista moldavo, all'opposizione parlamentare pur essendo il principale partito del paese. Il rischio ora è lo scioglimento del parlamento e il ricorso a nuove elezioni (le 4e in appena tre anni), che tuttavia difficilmente potrebbero risolvere il problema, anzi magari esasperando ulteriormente la polarizzazione politica nel paese.
Il mio vuole essere un contributo alle dinamiche in atto in Europa. Sviluppo, sostenibilità, rapporti EST-OVEST, integrazione, allargamento, multietnicità ... sono solo alcuni dei problemi che quotidianamente affrontiamo. Si tratta di farlo con logica, coerenza, per un futuro comune migliore.
martedì 18 ottobre 2011
lunedì 3 ottobre 2011
Ripresa economica in atto ma lenta e inferiore alle attese
Secondo quanto recentemente dichiarato durante il consueto intra-meeting annuale tra la Banca mondiale e l'FMI per il 2011 la ripresa economica nell'area dei paesi in transizione (Europa dell'Est e Asia Centrale - ECA) è ormai in atto, anche se permarranno le difficoltà e i ritmi di crescita rimarranno molto lenti, di almeno 2 punti percentuale rispetto alle previsioni precedenti, raggiungendo nella migliore delle ipotesi una crescita percentuale di fine 2011 del 4,3%, quindi un dato molto limitato. Un trend moderato destinato a caratterizzare nei prossimi anni le regioni in via di sviluppo.
Secondo il documento della Banca mondiale, l'area ECA considerata resta fortemente legata alle dinamiche dell'Europa occidentale a seguito della sua dipendenza dall'andamento delle esportazioni verso questo mercato, dai finanziamenti e dai flussi di rimesse che provengono dall'Europa. Di conseguenza, ogni difficoltà o rallentamento dei trend dell'Europa occidentale si ripercuoteranno anche sui paesi ECA.
La ripresa, seppur lenta, è comunque in atto. Dei 30 paesi dell'area ormai la maggioranza di essi ha raggiunto i livelli del PIL del periodo pre-crisi, solo sette non ce l'hanno ancora fatta. Al recupero ha contribuito l'incremento dei prezzi delle materie prime.
Resta tuttavia nell'intera regione il problema della disoccupazione; dopo il picchi registrati negli ultimi due anni, il calo appare rallentato (l'attuale tasso supera il 13%), ma appare allarmante nel caso della fascia giovanile.
giovedì 29 settembre 2011
Pessimismo sul futuro dei flussi trasportistici mondiali
Piuttosto negative le previsioni dell'International Transport Forum sull'andamento dei flussi trasportistici mondiali. Lo Statistics Brief di settembre 2011 indica il raffreddamento in atto nell'anno delle dinamiche dei flussi di trasporto marittimi sia dell'UE che degli USA, mantenendo questi ancora al di sotto dei livelli registrati pre-crisi, conseguente la flessione economica internazionale. Si sottolinea inoltre il crescente rischio di una dipendenza dalle dinamiche prodotte dai mercati asiatici, che altresì evidenziano una diminuzione del volume dell'import di beni sia dagli USA che dal mercato comunitario.
mercoledì 31 agosto 2011
La Cechia insoddisfatta delle energie alternative. Preferenza al nucleare e carbonwe
I risultati inferiori alle aspettative ottenuti nel settore delle energie rinnovabili farebbero decidere la Cechia di abbandonare questa strada per accentuare il ricorso al nucleare e al carbone, in netto contrasto con le politiche energetiche UE. Questi sarebbero i principali contenuti della nuova politica per la sicurezza energetica per i prossimi 20 anni approvata dal governo di Praga a metà agosto. Si prevede una razionalizzazione delle forniture provenienti dall'estero, una loro diversificazione all'origine, un rafforzamento delle due strutture delle centrali nucleari, con la sostituzione di quelle vecchie con nuove tecnologie (e più reattori) e la realizzazione di una completamente nuova in Moravia. Parallelamente, dovrebbero aumentare le centrali a carbone e a gas per soddisfare la crescita della domanda energetica interna. Di fronte a una diminuzione dell'estrazione del carbone si dovrebbe provvedere con un aumento delle importazioni (attualmente il paese è un esportatore netto).
giovedì 25 agosto 2011
Country Surveys online. Primo elaborato del progetto FIT4SMEs
E' stato posto online l'elaborato prodotto da INFORMEST nell'ambito della prima fase del progetto FIT4SMEs co-finanziato dall'InCE (Iniziativa centro-europea) e dalla Regione Aut. Friuli Venezia Giulia. Lo studio (Country Surveys) delinea il quadro delle possibilità di finanziamento offerto da Banca mondiale, Banca per gli investimenti europei e Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ad alcuni paesi dell'area Est Europea (Albania; Belorussia; Bosnia Erzegovina; Croazia; Macedonia; Moldova; Montenegro; Serbia; Ucraina) associati all'InCE ma non ancora anche membri dell'UE.
Lo scopo del progetto è di implementare nei prossimi due anni la capacità delle organizzazioni economiche di supporto alle PMI locali di approccio agli strumenti finanziari messi a disposizione e in questo modo supportare lo sviluppo del tessuto economico locale di questi paesi alle prese con il processo di transizione.
Lo scopo del progetto è di implementare nei prossimi due anni la capacità delle organizzazioni economiche di supporto alle PMI locali di approccio agli strumenti finanziari messi a disposizione e in questo modo supportare lo sviluppo del tessuto economico locale di questi paesi alle prese con il processo di transizione.
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venerdì 12 agosto 2011
Governanti italianii in paranoia
a sentire i possibili provvedimenti anticrisi del governo si rimane allibiti. non è più un problema ideologico, è diventato un problema di competenza. stanno dicendo scemenze che nemmeno uno studente di primo anno di economia... Da brividi certe dichiarazioni.
si ipotizza di tagliare l'intagliabile (come sempre il welfare e la spesa pubblica locale, già dissanguata), ma lasciando alcuni settori intoccati (e intoccabili: la difesa...) che potrebbero invece essere per lo meno razionalizzati.
E spennare tutti con altre tasse, ma guai a parlare di patrimoniali sennò siamo tutti comunisti...
Però. C'è un però. Non ho ancora sentito parlare di un piano (e di risorse) per la ripresa economica del paese. Senza di esso non c'è futuro che tenga.
mercoledì 13 luglio 2011
Il sistema economico e sociale italiano in crisi e in controtendenza con le dinamiche europee
Il FMI loda la stretta finanziaria decisa dal governo italiano; un taglio di oltre 47 miliardi di euro non è di certo un'operazione semplice e in termini di bilancio una simile azione non può che essere vista positivamente dalle organizzanioni internazionali. E va bene.... ma il rilancio economico del paese, dov'è ???? puntare a ridurre solo l'indebitamento appare ben poca cosa per i destini di un paese, positiva in termini di gestione ma assai poco produttiva in termini di sviluppo e crescita. L'attuale governa pensa a risparmiare (ma poi si vede che i tagli saranno solo dal 2013 - quindi intanto che si fa ? si continua a spendere allegramente ?!?!) senza preoccuparsi di definire le condizioni minimali per sostenere una ripresa economica e produttiva. Le imprese soffrono - e non è più solo un problema di concorrenza, le persone hanno ormai visto erodersi i loro spesso già limitati salari... il sistema italiano continua ad affondare. Siamo fermi mentre l'Europa cresce, poiché i suoi componenti hanno introdotto le misure necessarie sin dallo scoppio della crisi; mentre in Italia ci si lamentava, gli altri paesi hanno adottato misure anche "antipatiche" al sistema di mercato, ma efficaci nel breve a sostenere il tessuto economico e quello sociale. E gli effetti ora si vedono: qui da noi, invece, gli effetti sono ben più negativi e nefasti.
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