martedì 24 maggio 2011

Crisi albanese senza fine

Ormai non è più solo un problema di chi vincerà per il municipio di Tirana e di chi sarà il successore di Rama; la lotta si è ormai radicalizzata su due versanti opposti, totalmente ideologizzati. Ogni programma politico è passato in secondo piano, se mai ancora esiste. Lo scontro è contro "l'altro", contro un avversario demonizzato a prescindere. Le folle vengono aizzate sfruttando vecchi legami sociali ed etnici con la/della base, nonché clientelari, che dalla caduta del regime comunista, invece di scemare, si sono fatti sempre più forti e ai quali si e' ricorso alla bisogna. Si comincia a percepire odore di scontro civile generalizzato, ciò che è stato appena evitato all'inizio dell'anno. Vorrei sbagliarmi, ma ci sono tutti gli elementi.
Le regole democratiche sono diventate un optional che pare trascurabile per i politici albanesi. Ciò che conta è il possesso del potere politico e l'annientamento dell'antagonista politico. Le necessità del paese - della sua capitale nello specifico - ...... beh, si vedrà.......
Il prevalere per pochi voti è ormai un fatto relativo; prima un pugno di preferenze per il sindaco uscente, il socialista Rama, poi - pare un favore dell'urna per il rappresentante della destra e fedelissimo di Berisha Basha, a seconda di schede elettorali prima sparite - poi riapparse, schede bianche o nulle rivalutate ..... È un gioco "sporco" di spostamento di pedine a seconda degli interessi di parte. Nulla più, ma a danno della società albanese.
Nulla sarà come prima, difficile se non arduo recuperare fiducia ed equilibri politici nel paese. Ma ancor più difficile sarà nei rapporti con l'estero, con i partner europei. L'UE dovrà tenere seriamente in conto di tutto ciò nell'ancora lungo processo di integrazione albanese. Che pare ora più complesso e lontano.

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