A fine novembre il leader della provincia secessionista della Transdnistria
Evgenij Shevchuk ha pubblicizzato un documento contenente le nuove linee-guida della politica estera di Tiraspol. L'atto lascia poche speranze alla possibilità di un "nuovo corso" nella provincia dopo la fine del regime di Smirnov e l'elezione a novembre 2011 di Shevchuk e le dichiarazioni di quest'ultimo che avevano fatto sperare in una prossima soluzione del conflitto moldavo.
Il documento presenta elementi caratterizzanti una piena integrazione economica, culturale e politica con l'Unione doganale con Russia, Belorussia e Kazakistan, e in futuro con l'Unione eurasiatica. La stessa Russia è espressamente indicata quale partner privilegiato, con la quale andrà rafforzata anche la cooperazione militare. Meno enfasi invece per le relazioni con la Repubblica di Moldova, per la quale si esprime l’obiettivo di garantire “rapporti amichevoli tra i due paesi, la sicurezza e la tutela generale degli interessi dei cittadini”. Il documento riafferma come ogni soluzione della disputa con Chisinau dovrà essere raggiunta nell’ambito delle trattative svolte dal gruppo 5+2 (Moldova e Transdnistria, quali parti in causa, e l'UE, l'OSCE, l'Ucraina, la Russia e gli USA in qualità di osservatori), ma sempre tenendo conto dello stato di indipendenza della Transdnistria.
Il documento presenta elementi caratterizzanti una piena integrazione economica, culturale e politica con l'Unione doganale con Russia, Belorussia e Kazakistan, e in futuro con l'Unione eurasiatica. La stessa Russia è espressamente indicata quale partner privilegiato, con la quale andrà rafforzata anche la cooperazione militare. Meno enfasi invece per le relazioni con la Repubblica di Moldova, per la quale si esprime l’obiettivo di garantire “rapporti amichevoli tra i due paesi, la sicurezza e la tutela generale degli interessi dei cittadini”. Il documento riafferma come ogni soluzione della disputa con Chisinau dovrà essere raggiunta nell’ambito delle trattative svolte dal gruppo 5+2 (Moldova e Transdnistria, quali parti in causa, e l'UE, l'OSCE, l'Ucraina, la Russia e gli USA in qualità di osservatori), ma sempre tenendo conto dello stato di indipendenza della Transdnistria.