Il secondo rapporto della Banca mondiale sullo stato dell’economia dei sei paesi sud-est europei non
ancora membri UE (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia)
(SEERER), evidenzia la netta contrazione delle dinamiche di crescita. Alla crescita
media della regione del 2,2% del 2011, le previsioni indicano in un probabile
dimezzamento la possibile crescita per quest’anno.
Le fragili condizioni
economiche dell’eurozona hanno esercitato un freno sull'attività economica e una
riduzione delle entrate governative in tutti i paesi. Alla luce dell’elevato
indebitamento pubblico e delle pressioni dei mercati, tutti i paesi sono alle
prese con importanti programmi di risanamento del bilancio. Il settore
finanziario dei sei paesi rimane relativamente ben posizionato, ma i rischi restano
elevati, soprattutto in considerazione di un crescente rischio di ulteriore contagio
della crisi greca.
Nonostante le misure
adottate al rafforzamento del settore bancario in ottica di un più ampio e
articolato supporto all’intero sistema economico e produttivo-paese, non vanno
sottovalutate le crescenti difficoltà derivanti dalla situazione sociale; i sei
paesi balcanici stanno infatti vivendo i più elevati tassi di disoccupazione e
di povertà d’Europa. La debolezza della crescita durante la fase di ripresa 2010-11
ha presentato in piena luce il problema dell’occupazione, con un’espansione
della disoccupazione e una maggiore vulnerabilità del la classe media.
In considerazione dell’attuale
fase congiunturale, la Banca mondiale sostiene la necessità di urgenti riforme
strutturali che favoriscano la ripresa e l’occupazione, in termini di sviluppo
economico-commerciale e finanziario, riforme del mercato del lavoro e del
pubblico impiego. Secondo la Banca, inoltre, alla luce di quanto avvenuto in
precedenza per gli altri paesi est europei candidati entrati nell’UE, questi
paesi devono poter beneficiare del cosiddetto “treno di convergenza” europeo.
(Elaborato
dalla Press Release della WB del 5 giugno 2012)
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