Siamo al paradosso. La Merkel vuole imporre all'intera UE le scelte circa il futuro della Grecia (cioe' buttarla fuori), e costringere Atene a un referendum sull'euro dall'inevitabile esito determinato dal momento emotivo (anche se smentito. ma non sa tanto di interferenza negli affari interni di un paese?). Nessuno, nessuna capitale europea, si stupisce ne' osa repricare sulle forzature della politica tedesca nei confronti del paese sud-est europeo, come se ormai fosse diventata una cosa consueta della prassi diplomatica europea. Berlino, nel suo irrigidimento, si e' ormai isolata dal resto degli altri paesi; siamo ormai 1 contro 26, al massimo alcuni possono dichiararsi neutrali nel conflitto... l'assurdo rigore tedesco sta affossando l'Europa, nemmeno la locomotica tedesca vanzasse a ritmi cinesi - e invece balbetta anch'essa evidenziando certezze che tali non sono (o perlomeno cosi' solide) ...
La politica europea e' pericolosamente sbilanciata, lasciata al momento nelle mani di un solo paese con l'evidenza che nessuno lo vuole (o puo') seguire su questa strada, ma non si osa contraddirlo. Ma un paese non puo' decidere da solo.
Basta rigore a senso unico; e' solo un dissanguamento delle risorse, un impoverimento della societa' con l'illusione di una messa in riequilibrio dei conti pubblici (vana illusione). Occorre invece un ampio piano di sviluppo e rilancio coordinato della sofferente economica del continente, servono investimenti pubblici (solo uno stato ne ha la forza in questo momento), garanzie, nuove politiche piu' efficaci e d'impatto e certo anche nuove regole, maggiore flessibilita' sul mercato. E quella forza "politica" decisionale che i gli attuali politici europei non hanno, preferendosi nascondere dietro a datate teorie economiche che poco hanno a che fare con la realta'. Solo cosi' si potra' salvare la Grecia (e la Spagna, e l'Italia, e ...) e permettere all'UE di progredire sul piano economico.
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