Interessante questa analisi di Romain Su pubblicata sull'ultimo numero di RSE - Revue Regard de l'Est che ci ricorda - tra l'altro - le ragioni della fuga dai propri paesi e che il problema dei flussi migratori non interessa solo l'italia e che la provenienza non è solo da Sud e dai paesi del terzo mondo.
Il mio vuole essere un contributo alle dinamiche in atto in Europa. Sviluppo, sostenibilità, rapporti EST-OVEST, integrazione, allargamento, multietnicità ... sono solo alcuni dei problemi che quotidianamente affrontiamo. Si tratta di farlo con logica, coerenza, per un futuro comune migliore.
lunedì 18 maggio 2015
domenica 26 aprile 2015
lunedì 26 gennaio 2015
Pronti a investire sul collegamento ferroviario Capodistria-Trieste
Qualora ci fossero difficoltà o ritardi sul raddoppio della linea ferroviaria, il presidente dell'Autorità portuale di Koper/Capodistria Dragomir Matic' non esclude di puntare a finanziare il collegamento con Trieste, allo scopo di garantire un accesso alla rete ferroviaria slovena da Divaccia. E' quanto dichiarato all'inserto del Delo del sabato. In mancanza di un impegno dello stato sloveno, sarebbe questa una delle soluzioni per permettere lo sviluppo dei crescenti traffici dal porto e giustificare gli attuali investimenti alle infrastrutture. L'altra, sarebbe quella di puntare ancor di più al trasporto stradale.
mercoledì 17 dicembre 2014
2 miliardi € per l'allargamento ai Balcani
La Commissione europea ha definito il pacchetto di programmi di assistenza pre-adesione a sostegno delle riforme nei paesi che puntano ad aderire all'Ue. Il finanziamento, per un totale di 2 miliardi di euro, nell'ambito dello strumento di assistenza pre-adesione (IPA), sarà disponibile per i paesi dell'area sud-est europea (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Serbia, Kosovo) e la Turchia. Il pacchetto comprende programmi pluriennali a sostegno di settori specifici nei prossimi tre anni.
martedì 2 dicembre 2014
Mosca dice basta con il South Stream. Rischi per l'Europa
La decisione presa da Vladimir Putin di sospendere i lavoro di realizzazione del gasdotto Southy Stream rischia di risultare una vittoria di Pirro per Bruxelles. L'opposizione Ue per questa infrastruttura, con la scusante del rischio di una accresciuta dipendenza energetica da Mosca, potrebbe in realtà provocare conseguenze altrettanto pesante nel breve termine sull'area comunitaria. E ciò non solo in termini di danno economico per le imprese europee che erano state coinvolte nella costruzione del gasdotto che dal Mar Nero avrebbe raggiunto il cuore dell'Europa.
La scelta impatterà sia sulla domanda di consumi energetici complessivi dei paesi membri (la metà del gas consumato è russo), che ancor più sui paesi sud-est europei che dipendono per i 2/3 dai rifornimenti russi (senza considerare poi i mancati utili per questi paesi derivanti dal transito degli idrocarburi - si tratta di centinaia di milioni).
La scarsa lungimiranza dei governanti UE e la loro incapacità di definire efficaci strategie di diversificazione, le pressioni politiche USA in funzione anti-russa(ma con positive ricadute per i propri interessi economici) porteranno a inevitabili difficoltà energetiche, alla luce anche della mancanza di alternative al gas russo nel breve e medio periodo (confermato anche dal recente studio IEA Energy Policies - Review European Union 2014), con anzi la possibilità di un'espansione della domanda pere compensare la riduzione del ricorso al carbone. E la razionalizzazione e i risparmi non bastano, mentre qualsiasi politica di diversificazione energetica latita.
C'è chi dice che la scelta di Mosca sia solo un'azione diversiva per rilanciare il progetto; resta il fatto che, mentre Bruxelles festeggia, appaiono evidenti le difficoltà di rifornimento che ne conseguono, specie se si protrarrà anche la crisi ucraina (attraverso questo paese fluisce il 15% del gas russo diretto verso l'UE). Al momento ci guadagna solo la Turchia che diventa un terminale del gas russo.
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martedì 18 novembre 2014
Ancora lenta la crescita economica dell'Ue
La Commissione europea ha pubblicato il 4 novembre scorso le nuove previsioni economiche per il 2014. La crescita del PIL dovrebbe raggiungere l' 1,3% nell'UE e lo 0,8% nella zona-euro, crescita destinata a incrementare lentamente nel corso del 2015 (+1,5% e +1,1%) a seguito del progressivo miglioramento della domanda esterna e interna. Il rafforzamento del settore finanziario dovrebbe contribuire a una ulteriore crescita nel 2016 (+2,0% e +1,7%).
Sostanzialmente diversificato resta, per il 2014, lo spettro dei tassi di crescita dei singoli stati membri, dallo 0,7% negativo della Croazia al +4,6% dell'Irlanda, una forbice destinata a ridursi negli anni successivi quando tutti i paesi evidenzieranno fattori di crescita positivi.
giovedì 2 ottobre 2014
Come affrontare il problema della competitività industriale
I ministri responsabili per gli affari relativi alla competitività dei paesi membri Ue si sono incontrati il 25-26 settembre sotto il coordinamento del ministro italiano per lo sviluppo economico Federica Guidi per discutere delle soluzioni da adottare per rafforzare il settore industriale, stimolare la crescita, l'occupazione e l'integrazione sociale avendo come focus la Strategia 2020. Con l'occasione, si è evidenziato il fatto di come le questioni riguardanti la competitività industriale debbano essere integrate in tutti i settori di azione dell'Unione.
Si tratta del primo meeting di una serie prevista nel periodo della presidenza italiana.
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