La diplomazia greca sta cercando di assumere un ruolo specifico nelle dinamiche dell'area balcanica, in particolare nel suo riavvicinamento all'UE. Nella seconda metà di novembre è stata rilanciata con forza la sua politica regionale, anche attraverso una serie di appuntamento al massimo livello che hanno coinvolto il ministro degli esteri di Atene Droutsas e alcuni dei suoi colleghi sud-est europei Belgrado, Sarajevo, Podgorica). Si è cercato di riprendere il filo della cosiddetta Agenda 2014, sorta di iniziativa strategica di adesione all'UE per i paesi di quest'area, n diretto proseguimento della Strategia di Salonicco definita dal governo greco ancora durante la sua presidenza UE nel 2003, che aveva allora visto un forte impegno finanziario della Grecia nell'opera di ricostruzione dei Balcani sotto il programma HIPERB (550 milioni di euro messi a disposizione per progetti), inizialmente previsto sino al 2006, poi prorogato a tutto 2011. In un momento di stallo del processo di allargamento ad Est, dovuto anche alle difficoltà economiche globali di questi mesi, Atene forza i tempi e punta a superare il ruolo tradizionale di altri paesi nella regione (Germania, Slovenia, Italia), con lo sviluppo di relazioni bilaterali/regionali che vanno al di là delle problematiche legate al mero aspetto dell'adesione allUE, sfruttando non solo promesse ed impegni diplomatici ed economico-commerciali ma anche una sorta di vicinanza culturale con i paesi della regione (esempio ne è la partecipazione di Droutsas ai recenti funerali del patriarca serbo-ortodosso Pavle, a Belgrado).
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