Diversi paesi dell'area balcanica trattengono tradizionali forti rapporti con la Grecia; con la crisi scoppiata in questo paese ne risentono pesantemente, complicando le possibilita' di una rapida ripresa economica che, dopo la flessione del 2010, secondo le piu' ottimistiche opinioni, nel 2011 potrebbe al massimo raggiungere i 2,5/3,5 punti percentuali (dato regionale) qualora adottate le misure suggerite dalle organizzazioni finanziarie internazionali.
Per Bulgaria, Montenegro e (soprattutto) Macedonia e Albania,i rapporti commerciali con la Grecia sono rilevanti, andando a incidere per oltre il 10% delle esportazioni. Per Macedonia, Serbia e Bulgaria poi, la crisi ellenica significa anche una brusca contrazione nel flusso degli investimenti esteri, un fattore critico se si pensa he la Grecia in questi paesi e' tra i principali investitori (per valore investito) e in Macedonia e' persino il primo. C'e', ancora, il problema delle rimesse, in alcune aree depresse determinanti per la sopravvivenza di interi nuclei familiari, che interessa soprattutto l'Albania se si considera che due terzi degli immigrati in Grecia provengono da questo paese.
Ma forse l'elemento di maggiore crisi e' il ruolo finanziario che la Grecia ha in questa regione, attraverso la presenza delle sue filiali e l'avvenuta acquisizione negli scorsi anni di importanti quote del mercato bancario. Il sistema bancario ellenico controlla infatti oltre il 20% del mercato balcanico, una quota che in alcuni paesi sale sostanzialmente (Macedonia, Bulgaria, Romania). Cio' pone una forte incognita, sebbne le banche greche abbiano sinora tutte negata l'intenzione di ritiro da questa mercato. Di certo pero', almeno nel breve e medio termine, attueranno nuovi investimenti.
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