Tutto il pessimismo dell'ILO sulla situazione del mercato del lavoro in Italia in Rapporto sul mondo del lavoro 2013: Scenario Italia. Il Report - che è parte componente del più ampio World of Work Report 2013 uscito a giugno che analizza la situazione occupazionale mondiale cinque anni dopo l'inizio della crisi finanziaria globale - non lascia dubbi: troppi i fattori penalizzanti, e troppo pesanti. La ripresa resta lontana. A sostenerla, lo studio suggerisce una minore attenzione per il risanamento fiscale e la riduzione dei costi unitari della manodopera e invece un maggiore accento su misure a sostegno dell’investimento e dell’innovazione
Il mio vuole essere un contributo alle dinamiche in atto in Europa. Sviluppo, sostenibilità, rapporti EST-OVEST, integrazione, allargamento, multietnicità ... sono solo alcuni dei problemi che quotidianamente affrontiamo. Si tratta di farlo con logica, coerenza, per un futuro comune migliore.
venerdì 19 luglio 2013
domenica 14 luglio 2013
Accordo UE e settore industriale europeo per investire nella ricerca e innovazione
La Commissione europea (CE) e l'industria europea investiranno
più di 22 miliardi di euro nei prossimi 7 anni per favorire l'innovazione nei
settori che creano posti di lavoro di elevata qualità. La maggior parte degli
investimenti sarà destinata a partenariati pubblico-privato nei campi
dei medicinali innovativi, dell'aeronautica, delle bio-industrie, delle celle a
combustibile e idrogeno e dell’elettronica.
Questi partenariati di ricerca hanno
l’obiettivo di dare slancio alla competitività dell’industria dell’UE in
settori che già procurano oltre 4 milioni di posti di lavoro e permetteranno di
trovare soluzioni alle importanti sfide che deve affrontare la società e alle
quali il mercato da solo non offre risposte abbastanza rapide, quali la
riduzione delle emissioni di carbonio o lo sviluppo di antibiotici di nuova
generazione. Il pacchetto propone inoltre di estendere un'iniziativa per
mettere assieme investimenti in ricerca e innovazione nella gestione del
traffico aereo, a sostegno del Cielo unico europeo.
Nel complesso, grazie ad investimenti per 8 miliardi di euro
proposti sulla base del prossimo programma UE di ricerca e innovazione
(Orizzonte 2020), saranno garantiti circa 10 miliardi di euro da parte
dell'industria e quasi 4 miliardi di euro da parte degli Stati membri dell'UE.
I cinque partenariati pubblico-privato, denominati Iniziative
tecnologiche congiunte (ITC) sono:
Medicinali innovativi 2 (IMI2), finalizzato allo
sviluppo di vaccini, medicinali e terapie di nuova generazione, tra cui nuovi
antibiotici (link alla scheda informativa); Celle a combustibile e idrogeno
2 (FCH2), finalizzato ad estendere l'uso di tecnologie pulite ed efficienti nei
settori dei trasporti, dell'industria e dell'energia; Clean Sky 2 (CS2),
finalizzato alla progettazione di aeromobili meno inquinanti e più silenziosi,
con emissioni di CO2 notevolmente ridotte; Bio-industrie (BBI),
finalizzato all'uso di risorse naturali rinnovabili e di tecnologie innovative
per ottenere prodotti di consumo più ecologici; Componenti e sistemi
elettronici (ECSEL), finalizzato alla promozione delle capacità di
produzione dell’Europa in campo elettronico.
mercoledì 10 luglio 2013
Le imprese dell’agro-industriale del Nord-Est di fronte alle dinamiche del mercato
La
recente indagine dell’ Osservatorio Agro-alimentare della Fondazione Nord Est, Industria Agro-alimentare e distribuzione,
promossa da FriulAdria (gruppo Cariparma-Crédit Agricole) offre unquadro aggiornato delle scelte del settore agro-alimentare del Nord-Est d’Italia nell'adattarsi alle dinamiche di mercato degli ultimi anni. Questa fotografia va a completare la ricerca svolta in primavera dalla stessa Fondazione Nord Est sulla Congiuntura delle imprese agroindustriali del Nord-Est e i fattori di rischio a seguito del calo della domanda.
Relativamente
alle strategie di mercato, il 71,2% delle imprese agroalimentari coinvolte
nell'indagine utilizza il canale del commercio all'ingrosso per raggiungere il
consumatore finale (e il 54% si rivolge al dettaglio tradizionale). Nell'affrontare
i mercati esteri, 19,9% delle aziende sceglie la distribuzione all'ingrosso.
Tra
le aziende di medie dimensioni, 3 su 4 operano principalmente con il commercio
all'ingrosso. La percentuale (57,9%) scende con le imprese più grosse, ma si
impenna oltre l’81% per i comparti della lavorazione e conservazione di prodotti
alimentari freschi (frutta, ortaggi, pesce, carne).
Il
ricorso alla grande distribuzione organizzata aumenta ugualmente con la
dimensione delle imprese in tutte le regioni considerate del Nord-Est. Allo
stesso tempo, più piccole sono le aziende più cercano di rivolgersi
direttamente al consumatore finale.
Secondo
i risultati dell’indagine, la quota media dei ricavi realizzati dalle aziende
agro-alimentari nord-estine attraverso il canale di vendita all'ingrosso è del 32,1%
del totale, con la metà delle aziende che ottiene almeno il 20% del fatturato
attraverso grossisti e intermediari. Il dettaglio tradizionale "pesa"
per il 18,6% di ricavi, e in questo modo la metà delle imprese realizza più del
5% dei ricavi.
Il
17% dei redditi delle imprese del NE provengono dalla distribuzione organizzata
(la quota sale al 45% tra le aziende di dimensioni maggiori).
La
ricerca evidenzia alcuni dei principali punti di forza e di debolezza del
settore agro-alimentare nord-estino. La maggior parte delle aziende identifica tra
le principali criticità i prezzi (le richieste di sconti, i bassi margini di
guadagno, la frequenza delle azioni promozionali), i costi della delivery chain,
capitolati troppo restrittivi, parametri di qualità eccessivi e altri aspetti
organizzativi (rigidità delle forniture, costo dello scarico delle merci, difficoltà
nel relazionarsi, gestione dei resi).
Il
39,5% delle imprese intervistate sostiene la rilevanza di un canale diretto con
i consumatori finali; la scelta prevale nelle società più piccole (44,1%) e
garantisce in media il 16,3% dei volumi totali del fatturato d‘azienda. Il contatto
con il cliente finale avviene mediante filiale commerciale (81,4%), internet (2
su 3), sito web aziendale, contatti telefonici o mediante il più classico sistema
del porta a porta.
Nel
trattare con i mercati esteri, secondo i risultati della ricerca, il 38,9%
delle aziende intervistate sottolinea la mancanza di un "sistema
Paese" a sostegno del Made in Italy. Tra le altre criticità che frenano
lo sviluppo dell’imprenditorialità del Nord-Est sui mercati esteri, gli
imprenditori evidenziano la concorrenza in termini di prezzo da parte di
produttori stranieri (uno su tre di quelli interessati dall’export), i costi
elevati per la logistica e l'imballaggio, la burocrazia e le difficoltà nel
pubblicizzare i prodotti italiani e le loro qualità.
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mercoledì 3 luglio 2013
Prima valutazione UE delle strategie macro-regionali
La Commissione europea ha pubblicato la prima valutazione del successo delle due strategie macro-regionali UE sinora adottate (Regioni del Baltico e del Danubio) fornendo alcune raccomandazioni per il futuro e per la costituzione di nuove macro-regioni.
Nello specifico, lo Studio (Report from
the Commission to the European Parliament, the Council, the European economic
and social committee and the Committee of the Regions concerning the added
value of macro-regional strategies) (COM 2013_468 final) presentato dal Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn il 1° luglio, evidenzia il valore di queste strategie che hanno promosso una più intensa collaborazione favorendo lo sviluppo di nuove reti di cooperazione, di centinaia di nuovi progetti contribuendo alla formulazione di obiettivi politici comuni nelle regioni del Danubio e del Baltico, rafforzando anche la cooperazione con i vicini paesi non UE.
La relazione sottolinea che le nuove iniziative dovranno essere avviate solamente per rispondere a specifiche esigenze di cooperazione rafforzata e ad alto livello con uno specifico valore aggiunto a livello UE. Ai governi spetta l’esigenza di un impegno politico e la necessità di rendere tali strategie prioritarie in tutti i settori di attività pertinenti, garantendone l'integrazione nei futuri programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei come pure nelle altre politiche pertinenti a livello UE, nazionale e regionale.
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