Una nuova dimostrazione di forza dell'UE. Anzi, la prima in quest'ambito; Bruxelles minaccia Skopje di congelare lo status di paese candidato qualora non ci fossero nuovi progressi sulla via delle riforme interne. D'accordo che i paesi balcanici attualmente stanno facendo ben poco per rispettare l'iter di integrazione (e la Macedonia come gli altri), sia a seguito delle difficoltà politiche ed economiche interne che per un innegabile scetticismo nella regione balcanica occidentale conseguente alla frenata comunitaria sulle tematiche dell'adesione successiva all'entrata di Romania e Bulgaria (2007) e alla dinamiche internazionali degli ultimi anni, ma l'azione intrapresa (e la minaccia) pare tanto una posizione presa nei confronti della controparte debole, in un momento, in cui, tra l'altro, proprio Bruxelles pare non più in grado (o con la volontà) di indicare precise date per l'integrazione del paese e nemmeno per l'avvio del lungo iter precedente di trattative. Senza dimenticare l'incapacità UE di contribuire alla ormai perdurante situazione conflittuale tra Macedonia e Grecia pe la denominazione ufficiale della prima.
Intanto, a Skopje si consolano con l'erezione della statua ad Alessandro magno (il Macedone), 15 metri di bronzo fuso in Italia. Pur denominandola con un inutile sotterfugio "il condottiero a cavallo", ciò non è bastato a pacare le ingenue proteste greche...
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