martedì 16 marzo 2010

Chi decidera' sul futuro dei Balcani?

Sembra abbia dato non poco fastidio alla diplomazia sud-est europea e a quella slovena in particolare il recente annuncio fatto dal ministro degli esteri Franco Frattini, anche a nome dell'UE, di un vertice sui Balcani che dovrebbe svolgersi a giugno a Sarajevo. E' infatti visto con un certo scetticismo l'improvvisa dinamica della diplomazia italiana ed europea, proprio nel momento in cui Lubiana, Zagabria e Belgrado riescono per la prima volta a mettere da parte i loro dissidi e a far sedere attorno a un tavolo i loro massimi rappresentanti istituzionali (incontro di Brdo di pochi giorni fa), in preparazione del vertice UE-Balcani di fine marzo, in Slovenia. La sensazione e' che Bruxelles voglia in un certo qual senso apporre una sorta di proprio "sigillo" a ogni evoluzione della situazione dell'area balcanica, mentre i diretti interessati sarebbero pronti allo sforzo di giungere a delineare una linea politica destinata a favorire una soluzione della situazione in un ambito prettamente "iugoslavo" e non anche, come prevede Frattini, con il coinvolgimento anche di Russia e Stati Uniti. Visto l'immobilismo degli ultimi anni e le pastoie dell'UE, i paesi interessati sembrano quindi intenzionati a decidere direttamente nella soluzione ai vari problemi della regione (Bosnia, Kosovo), senza comunque mettere in discussione la loro linea europeista, cio' anche per quei paesi (Croazia, Serbia) che hanno avviato il percorso che li portera' in futuro ad aderire.


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