La Russia sta sempre più orientandosi verso nuovi mercati. Le sue forniture energetiche non avranno più come obiettivo prioritario l'Europa (e l'UE in particolare), bensì il mondo asiatico. Oilprice.com annuncia con enfasi come l'alternativa sia andata delineandosi durante i recenti colloqui svoltisi a Mosca tra i rappresentanti russi di Gazprom e Novatek e quelli della China National Petroleum Company e oil & gas (CNPC). Ne e' derivato un accordo per la vendita di risorse siberiane di greggio e gas al mercato cinese. Il vantaggio per Mosca sta negli ampi investimenti che Pechino ha avviato con il nuovo programma di diversificazione energetica che favorira' l'importazione di combustibili dalla Russia. Parte di questi investimenti rappresentano acquisizioni di quote della stessa societa' russa Novalek che possiede i pozzi della regione di Yamal dai quali verra' estratto il gas destinato alla Cina.
Manca solamente l'accordo sul prezzo dei combustibili fossili, un elemento che desta preoccupazione nei mercati occidentali, poiché un accordo di favore tra le due parti (russa e cinese) finirebbe inevitabilmente con l'avere conseguenze sul mercato internazionale degli idrocarburi.
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La firma di questo accordo può essere la risposta all'adozione da parte UE nel 2009 del Terzo pacchetto legislativo sull'energia (“Third Energy Package”) che aveva cercato di porre un freno allo squilibrio energetico esistente tra domanda interna UE e offerta russa in termini energetici (Mosca e' il principale fornitore di gas), introducendo delle misure politiche a danno delle imprese energetiche russe.