mercoledì 15 maggio 2024

L’Agenda Digitale Europea

Nell'ambito della Strategia Europa 2020 per un'energia intelligente e sostenibile e crescita inclusiva, nel 2010 l’Unione Europea ha lanciato un'Agenda digitale per l'Europa per favorire innovazione, progresso e crescita economica, avendo come obiettivo principale lo sviluppo del mercato unico digitale. Nel 2015 la Strategia per il mercato unico digitale ha ulteriormente sviluppato l’Agenda digitale, stabilendo disposizioni specifiche basate su tre pilastri volti a garantire un ambiente digitale equo, aperto e sicuro:

1) migliorare l'accesso dei consumatori e delle imprese ai beni e servizi digitali in tutta Europa,

2) creare un contesto favorevole affinché le reti e i servizi digitali possano svilupparsi e

3) massimizzare il potenziale di crescita dell'economia digitale.

Nel 2020 la seconda Strategia digitale quinquennale, intitolata Plasmare il futuro digitale dell'Europa, si è concentrata su tre obiettivi chiave nel settore digitale: una tecnologia al servizio delle persone, un'economia equa e competitiva e una società aperta, democratica e sostenibile. Nel 2021 la Strategia è stata integrata dalla Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale, uno strumento decennale che mira a tradurre in termini concreti le ambizioni digitali dell'UE per il 2030, seguendo le seguenti linee:

  • cittadini con competenze digitali e professionisti digitali altamente qualificati;
  • infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili;
  • la trasformazione digitale delle imprese;
  • la digitalizzazione dei servizi pubblici.
Il programma Europa digitale, istituito dal Regolamento (UE) 2021/694, è un nuovo programma di finanziamento dell'UE per la tecnologia digitale con una dotazione finanziaria complessiva prevista pari a 7,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, che fornirà finanziamenti strategici per sostenere progetti in cinque settori: calcolo ad alte prestazioni, intelligenza artificiale, cybersicurezza, competenze digitali avanzate e garanzia di un ampio utilizzo delle tecnologie digitali in tutta l'economia e la società, anche mediante i poli dell'innovazione digitale. Tale fondo sarà integrato da altri programmi UE, quali Horizon Europe, il meccanismo per collegare l'Europa per l'infrastruttura digitale, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il dispositivo dei fondi strutturali. Nel contesto della ripresa economica dalla pandemia di COVID-19, gli Stati membri sono tenuti a destinare almeno il 20 % dei rispettivi fondi per la ripresa a progetti volti a digitalizzare l'economia e la società (rif. Regolamento (UE) 2021/694).


giovedì 2 maggio 2024

20 anni dal "grande allargamento"

Tanti non se lo ricorderanno nemmeno, ma il 1° maggio è anche l'anniversario del più ampio allargamento dell'UE a Est. Infatti, quel giorno del 2004, 10 stati europei (Repubblica ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Slovacchiadiventarono membri a tutti gli effetti. Con l'illusione che l'Unione europea sarebbe diventata più forte e l'Europa più stabile....





venerdì 4 agosto 2023

Cosa si intende per alimentare innovativo

Secondo la FAO, l’Organizzazione ONU per l'alimentazione e l'agricoltura, l’alimentare innovativo (novel food; nouvel aliment) è definito come «un tipo di alimento che non ha una storia significativa di consumo, o è prodotto con un metodo che non è stato precedentemente utilizzato per gli alimenti».

In questo caso, non vi è indicata una precisa soglia temporale di smercio e utilizzo a partire dalla quale considerare se un prodotto è innovativo (o meno). Ciò avviene, invece, nel caso del regolamenti UE 2283 del 25 novembre 2015.

Il comparto dell’alimentare innovativo nell’Unione europea è infatti normato dal Regolamento UE 2015/2283 (in sostituzione del precedente Reg. 258/1997), pienamente in vigore dal gennaio 2018. In esso viene chiaramente definito il prodotto in questione; all’art. 3 si specifica che "qualsiasi alimento che non sia stato consumato in modo significativo in Europa prima del 15 maggio 1997 è considerato un nuovo alimento". Questa categoria comprende nuovi alimenti, alimenti provenienti da nuove fonti, nuove sostanze utilizzate negli alimenti e nuovi mezzi o tecnologie di produzione alimentare.

Sono altresì nuovi alimenti quei cibi consumati da almeno 25 anni nei paesi terzi senza rischi per la salute. Risultano in ogni caso esclusi prodotti con normativa verticale specifica come OGM, enzimi e additivi.

Questi prodotti, quindi, devono sottostare ad un'autorizzazione per valutarne la loro sicurezza prima della loro immissione in commercio. La richiesta di autorizzazione deve essere presentata direttamente online alla CE – Dipartimento Generale Salute e Sicurezza alimentare (e non più a ogni singolo stato membro), conformemente alle linee guida pubblicate dall’autorità per la sicurezza alimentare (EFSA - European Food Safety Authority), con i dati scientifici a supporto della sicurezza della sostanza oggetto della domanda di autorizzazione. Analogamente (attraverso una procedura particolare e semplificata), si procede nel caso di alimenti tradizionali provenienti da paesi terzi, anche se già in commercio, in maniera tale da agevolare gli scambi di alimenti e consentire la loro immissione sul mercato comunitario(linee guida EFSA specifiche). L’accertamento della sicurezza viene fatto dall’EFSA.

È da sottolineare che l’uso di nuovi prodotti alimentari nell’UE è approvato sulla base di prove scientifiche, solo se questi non presentano rischi per la salute pubblica, il loro uso non è svantaggioso dal punto di vista nutrizionale quando sostituiscono un prodotto alimentare simile e non sono fuorvianti per il consumatore. Prima di venire autorizzati devono essere sottoposti a una valutazione scientifica che ne garantisca la sicurezza.

Successivamente al nulla osta EFSA, la Commissione rilascia l’autorizzazione attraverso l’inserimento del nuovo alimento autorizzato nell’apposito Elenco dell'Unione dei nuovi alimenti (istituito con Reg. UE 2470/2017 - aggiornato annualmente), insieme a tutte le specifiche previste, incluse le eventuali tipologie alimentari in cui può essere contenuto, le dosi e altre caratteristiche.

L’autorizzazione definisce le condizioni per il loro uso, la loro designazione come prodotti o ingredienti alimentari e i requisiti di etichettatura (condizioni d'uso, indicazioni nutrizionali, eventuali avvertimenti d'uso, ecc.), definiti nel Regolamento (CE) 1169/2011.

Esiste inoltre un Catalogo dei nuovi alimenti, anch’esso gestito a livello UE, che elencai prodotti di origine animale e vegetale e altre sostanze soggette al regolamento sui nuovi alimenti, sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri UE. Si tratta di un elenco non esaustivo che serve da orientamento per stabilire se un prodotto necessita di un'autorizzazione ai sensi del regolamento sui nuovi alimenti.


A questo punto, il prodotto alimentare innovativo può essere immesso sul mercato di qualsiasi stato membro.

Uno Stato membro da solo non può vietare o approvare individualmente un nuovo alimento autorizzato dall'UE. Tuttavia, ha la possibilità di limitare l'immissione sul mercato nazionale qualora ritenga che esista un rischio per la salute ai sensi delle clausole di salvaguardia della legislazione alimentare.

WG (C)2023




lunedì 29 maggio 2023

Il concetto di Industria 4.0

 Per Industria 4.0 si intende un nuovo modello di organizzazione delle strutture produttive, definita "intelligente" peculiare del settore manifatturiero, che ridefinisce il modo di lavorare e  la natura dell'organizzazione del lavoro, caratterizzata da un'interconnessione di macchine e sistemi all'interno dei siti di produzione, ma anche tra di essi e all'esterno (clienti, partner, altri siti di produzione). Infatti, l'Industria 4.0 non implica solo l'adozione di nuove tecnologie, ma anche l'adozione delle giuste competenze, know-how e forme organizzative per sfruttare appieno queste nuove tecnologie.



Infine, sta a indicare l'evoluzione di una serie di processi che portano l'automazione industriale più tradizionale verso una forma di integrazione digitale di tutte le sue componenti (smart factories).



Questa nuova modalità di organizzazione mira ad aumentare le capacità di una maggiore flessibilità ed adattabilità nel processo produttivo, di mass customisation e di un'allocazione più efficiente delle risorse, aprendo la strada a una nuova rivoluzione industriale (la quarta, a ragione 4.0), passando dalla produzione di massa a una produzione personalizzata su larga scala e alla crescita e sviluppo di servizi annessi. Una rivoluzione che va a interessare anche settori non prettamente manifatturieri, talora coinvolgendoli direttamente, specie la logistica e l’agricolo che beneficeranno fortemente delle innovazioni produttive adottate.



Gli elementi fondamentali dell'Industria 4.0 sono rappresentati dal ricorso ad approcci e tecnologie innovative quali l'Internet of Things, l’Artificial intelligence (AI), l’Horizontal e Vertical System integration, la Augmented Reality, la Robotics e advanced automation e la Cibersecurity, che si compongono in sistemi tecnologici innovativi quali i Cyber Physical Systems, l'Industrial Analytics, il Cloud Manufacturing, il Cloud computing, Wearable e HMI, e la Additive manufacturing o 3D Printing. 


WG (2023)


venerdì 3 marzo 2023

Redistribuzione della ricchezza derivante dal petrolio

Interessante analisi di Julien Damon sulla redistribuzione della ricchezza derivante dall'estrazione del combustibile nero pubblicata da Telos-eu (Redistribution petroliere et revenu universel), qui riferito ai casi degli Emirai arabi, Alaska e Norvegia, tra i principali produttori mondiali.

Un tema molto discusso (e con potenzialmente enormi ripercussioni sociali ed economiche) ma che, di fatto, risulta sviluppato solo in misura limitata, poiché di vera distribuzione non si è mai avviato alcun processo esteso. E, i tre casi dei paesi presi in considerazione, evidenziano chiaramente il differente approccio seguito.


martedì 28 febbraio 2023

aumenta la fame nel mondo conseguenza della guerra in Ucraina

Una grave ripercussione della guerra in Ucraina è stato l'aumento della fame nel mondo, come evidenzia l'articolo pubblicato dal WRI - World Research Insitute e dal FOLU "The Ukraine War at One Year: Resilient Food Systems Can't Wait Any Longer", con particolare impatto negativo anche su paesi molto lontani e vulnerabili, come quelli del continente africano, fortemente legati alle importazioni di beni alimentari da Russia e Ucraina, dove già il problema risultava molto serio.